“Qual è lo scopo di una minoranza, se non quello di far da coscienza per la maggioranza e da tutore per il popolo? Quale il suo fine, se non quello di concorrere a formare la coscienza degli elettori, così che possano liberamente scegliere coloro che debbano reggere le sorti del loro futuro? Ma, quando la libertà di scelta s’intorbida, quando si sceglie non per convinzione, ma per convenienza, quando la politica diviene il controllore degli affari, finanche degli investimenti pubblici indirizzati per far mutare posizioni politiche; quando ad un’impreparazione e ad un disinteresse endemico, si aggiunge il voto di scambio, ove la persona, le qualità, le idee del candidato sono assolutamente secondarie, giacché basta la sua appartenenza per garantire la vittoria volta essenzialmente alla realizzazione di determinati progetti, che fine ha fatto la democrazia?”.
A dichiararlo è Francesco Tenucci, candidato a sindaco di Scansano alle elezioni amministrative di domenica 5 giugno, che hanno decretato la vittoria di Francesco Marchi.
“Se poi tutto si deve risolvere in un teatrino, in uno scenario d’apparenza recitato solo per far credere agli ingenui che il cosìddetto confronto esista, allora, io credo che una retta coscienza imponga alle persone oneste di non avallare con la loro presenza una commedia fine a se stessa – spiega Tenucci -. Laddove i principi sono mercificati, laddove si tradisce un intero popolo per una meschina soddisfazione personale e laddove la maggioranza di detto popolo sceglie di premiare l’incoerenza e l’opportunismo, chiunque ami la verità è chiamato ad astenersi dal mischiarsi in un mercato vilissimo che la sua presenza, in qualche modo, legittimerebbe. In questo momento storico, a mio modesto avviso, è necessario che chi ha compiuto tali scelte se ne assuma appieno la responsabilità, senza potersi nascondere dietro la volgare scusa che l’opposizione non ha fatto il proprio dovere. Chi ha preferito l’utile al giusto, è bene che risponda di tutto quel che accadrà da qui in avanti, nel bene e nel male mostrando per chi tutto ciò fosse veramente utile“.
“Alla luce di tali riflessioni che si sono maturate, non negli ultimi giorni, bensì negli ultimi anni, ritengo che la mia partecipazione al Consiglio comunale di Scansano non sia né materialmente utile, né moralmente opportuna. Personalmente, lascerei la maggioranza completamente sola con se stessa, a risolvere le insanabili contraddizioni interne che l’agiteranno, senza fornire ad essa un parafulmine contro il quale coagularsi non sulle idee, ma solo per la sua mera sopravvivenza – termina Tenucci –. Tale è il consiglio che rivolgo alle nuove minoranze, tuttavia è giusto che ognuno tocchi la realtà dei fatti personalmente. Magari coi guanti. Quanto a me, stimo che la mia opera si sia conclusa ed auguro ogni e miglior successo a chi prenderà il mio posto ed a tutto il paese di Scansano“.