“Fondazione Etica anche in un confronto pubblico ha richiesto a tutti i candidati sindaco, durante la campagna elettorale, un impegno preciso su trasparenza, efficienza e legalità del Comune. In occasione della visita di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, la Fondazione ha richiesto, oltre all’impegno generico, le modalità con cui, una volta sindaco, avrei realizzato questi principi. Ecco la mia posizione“.
A dichiararlo è Lorenzo Mascagni, candidato a sindaco di Grosseto per la coalizione di centrosinistra.
“Che cos’è un Comune Smart? Ritengo che sia un’affermazione che abbia la necessità di essere accompagnata da un progetto di rivoluzione culturale della struttura pubblica, sia essa amministrativa che politica. Oggi c’è da riconquistare una relazione autorevole con la popolazione e questa non passa semplicemente attraverso la trasparenza – spiega Mascagni -. La trasparenza è un punto di partenza, ma deve essere reale, non una burocratica applicazione e riempimento della sezione dei siti internet denominata ‘Amministrazione trasparente’“.
“Nella revisione complessiva del sito internet del Comune realizzeremo una guida al cittadino alla lettura dei dati pubblicati e arricchiremo le informazioni, come indicato da Fondazione Etica, con – continua il candidato -:
- l’elenco non solo degli immobili di proprietà, ma anche con la descrizione, la consistenza, il valore, l’utilizzo e, se immobili locati, il canone annuo ricavato;
- l’elenco degli immobili presi in affitto, per quale destinazione e a quale costo;
- l’elenco delle gare di appalto indette, indicandone l’importo e distinguendo tra affidamento diretto o gara insieme all’elenco delle imprese che si sono aggiudicate un appalto;
- avviso per tutte le nomine che il sindaco intende effettuare, con largo preavviso e pubblicità, indicando i requisiti richiesti e i criteri di scelta”.
“Proprio perché crediamo che il rapporto consapevole con la propria comunità sia la chiave per migliorare la convivenza della nostra comunità, non concepiamo il ‘dare conto0 dell’attività politico amministrativa un dovere, ma un valore e anche un metodo: parleremo sempre di più di fare e costruire insieme. I cittadini non devo essere soggetti che delegano, ma ‘azionisti0 del Comune che partecipano alle attività e alle scelte – sottolinea Mascagni -. Al cittadino, infatti, non basta sapere ‘quanto’ spende il Comune di Grosseto, ma anche e soprattutto ‘come’ spende e ‘per cosa’: anche un euro non speso per il bene comune è uno spreco da tagliare. Per questo, pensiamo di adottare un modello indipendente di valutazione delle nostre attività, elaborato all’esterno, nel mondo no-profit: una sorta di rating qualitativo, che consenta di misurare il Comune non solo sui dati di bilancio, ma anche sulla governance, sul rapporto con il personale, con i cittadini, con le imprese fornitrici e con l’ambiente“.
“Il concetto di partecipazione è stato da me inserito tra i pilastri programmatici e la parola ricorre 8 volte nelle premesse – continua il candidato, estrapolando alcuni punti del suo programma –: partecipazione. Servono tante mani, tante sensibilità, tanti cuori, tanti occhi, tante intelligenze, tante età, tante culture, tante generazioni per piantare saldamente il terzo pilastro della Grosseto che immaginiamo insieme. È il pilastro della partecipazione. Termine ambiguo, a volte usurato, altre volte strapazzato, usato dai nuovi populisti che hanno contribuito a impoverirne il senso e la portata”.
“Partecipazione, invece, nella nostra idea di politica, è prima di tutto presa di responsabilità diffusa e ramificata.. Partecipazione non vuol dire eliminazione del conflitto, del dibattito, delle differenti opinioni. Al contrario: vuol dire fare ogni sforzo perché le istituzioni, rappresentative di tutti, siano il luogo della sintesi. La mia candidatura a sindaco è il risultato di quell’idea di partecipazione che mette a confronto idee e persone in carne ed ossa e non virtuali, che chiede mobilitazione, espressione di sé e delle proprie idee – spiega Mascagni –. L’idea, dunque, di smart city sarà un sistema diffuso di governo che coinvolgerà tutto il Comune a partire dal Consiglio comunale, dalla Giunta e dal sindaco. Il nostro rispetto del Consiglio comunale eletto dai cittadini lo vogliamo esprimere in maniera concreta. Pensiamo a un sindaco, una Giunta e un Consiglio che agiscano realmente nella loro collegialità e in mezzo alle persone, immersi e ben piantati nella città“.
“Per fare questo, mi impegno a – conclude il candidato -:
1. un giorno al mese il sindaco incontrerà i cittadini in un quartiere;
2. periodicamente la giunta si riunirà e incontrerà le associazioni in un quartiere e la sera dello stesso giorno si farà il consiglio comunale aperto in quel quartiere;
3. una volta l’anno si organizzerà una consultazione civica sulla proposta di governo chiave per quell’anno;
4. saranno stanziati 500000 euro all’anno perché attraverso il bilancio partecipativo siano i cittadini dei quartieri a definire dove e come investire quella quota“.