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“Negli ultimi anni il dibattito sulla rivitalizzazione del centro storico di Grosseto è stato caratterizzato da una costante intermittenza: di fronte a fatti di cronaca o ad eventi particolari è balzato protagonista sulle prime pagine dei giornali, per poi tornare ad un ruolo di comprimario a causa dalle tante emergenze alle quali l’amministrazione ha dovuto far fronte”.
A dichiararlo è Lorenzo Mascagni, candidato a sindaco di Grosseto per la coalizione di centrosinistra.
“In questo momento, è tuttavia indispensabile uno sforzo per tracciare quelle politiche, realistiche, per una definitiva azione amministrativa tesa alla soluzione dei tanti problemi emersi – spiega Mascagni -. Un vero e proprio piano delle centralità, una maggiore connessione tra le parti pubbliche ed identitarie del nostro Comune”.
“Perché il centro soffre – si chiede il candidato –? Per tre motivi.
1) Perché con la crescita fisica della città, la centralità, intesa come nodo della rete di comunicazione, si è spostata al di fuori della cinta muraria, trascinando con sé l’appeal che esercita nei confronti delle attività commerciali. Il centro è divenuto insomma meno accessibile rispetto al passato, quasi un ostacolo più che un nodo della rete viaria.
2) A questo, si sono aggiunte nuove strutture commerciali e di servizio nelle aree periferiche che hanno iniziato a costituire nuove piccole centralità all’interno della città.
3) La combinazione di questi due aspetti ha avviato un processo di abbandono di alcune parti del centro storico causando crescenti condizioni di degrado”.
“Cosa fare in concreto – si domanda ancora Mascagni -? L’intervento pubblico non può ovviamente intervenire dall’alto sulle politiche commerciali, né tanto meno compensare gli effetti dell’autorganizzazione di una città; il suo ruolo può essere quello di indurre politiche di rigenerazione che possano essere autonomamente sostenute dai privati, in poche parole essere uno starter della riqualificazione”.
“E’ necessario fare sistema; far sedere ad un tavolo i piccoli operatori commerciali insieme a quelli più strutturati per definire politiche comuni di promozione. Censire gli immobili sfitti e individuare agevolazioni (ad esempio con l’Imu) per chi decide di prenderli in affitto, utilizzando il Comune come soggetto garante – spiega il candidato -. Bisogna incentivare il piccolo artigianato e riportarlo all’interno delle mura; ripensare la viabilità ed i parcheggi sia per i residenti, così da consolidare e ampliare il loro numero, sia per le attività commerciali; valutare l’ipotesi di una parziale riapertura al traffico dell’anello via Mazzini-via Saffi, con l’individuazione di aree a sosta breve per il carico e lo scarico o per la sosta di relazione; incentivare l’uso dei parcheggi pubblici interrati rendendoli gratuiti, limitatamente all’orario di lavoro, ai soggetti che operano nel centro storico, così da liberare posti per l’utenza. Sono indispensabili un maggiore controllo e una maggiore pulizia delle strade più marginali e meno frequentate”.
“Ma soprattutto, bisogna mantenere e potenziare le funzioni pubbliche oggi già presenti – continua Mascagni -. È davvero difficile pensare un futuro per il centro di Grosseto senza gli uffici comunali, senza gli uffici provinciali, senza la Camera di Commercio, senza la biblioteca, senza i musei e le scuole. Vorrebbe dire pensare un centro senza le persone”.
“L’obiettivo è mettere i privati nelle condizioni di riqualificare il centro e le loro proprietà. Un esempio recente, e positivo, è la riapertura della terrazza del Maiese, che con le sue luci e la sorveglianza dei suoi gestori ha scacciato il degrado annidato tra gli oleandri della Cavallerizza. L’importante è partire, e di questo se ne farà carico l’amministrazione. Dopo sarà più facile, con l’aiuto dei privati, riqualificare le mura, le troniere, e le parti del centro storico oggi più sofferenti – sottolinea il candidato –. Non dobbiamo confondere le cause con gli effetti: il degrado è l’effetto, e non la causa, di un tessuto commerciale in difficoltà, di un deperimento dei valori immobiliari residenziali e di una delocalizzazione di alcune funzioni pubbliche. Ed è ovviamente solo intervenendo sulle cause che possiamo eliminare definitivamente gli effetti”.
Centri
“Al ‘centro’ (quello di Grosseto) si affiancano ‘i centri’, ovvero quei luoghi che nel tempo hanno assunto una funzione collettiva ed identitaria. Quelli dei paesi prima di tutti, anch’essi centri storici, ma anche le piccole centralità di quartiere, quei luoghi che rendono la periferia città – continua Mascagni –. I paesi che circondano Grosseto hanno tutte le potenzialità per costituire un micro sistema metropolitano nel quale risiedere e lavorare; grazie alle loro caratteristiche vocazionali (Montepescali il paesaggio, Istia il fiume, Batignano l’olio, Alberese la riforma agraria e l’ambiente) possono costituire una preziosa rete turistica nella quale valorizzare il la ricettività diffusa, B&B e soprattutto alberghi diffusi capaci di riabitare immobili non utilizzati. Indispensabile per questo è migliorare i collegamenti del trasporto pubblico (soprattutto con la costa) e mantenere attivi gli uffici”.
Ad ogni quartiere la sua piazza, ad ogni quartiere il suo centro
“E’ necessario riqualificare il parco di fronte alla chiesa del Sacro Cuore, magari chiudendo la strada che li separa, riattivare il piazzalone a Barbanella e valorizzare la piazza davanti ai portici, valorizzare il centro commerciale di via Inghilterra così come gli spazi commerciali su via Svizzera, creare una piazza tra il centro commerciale di Gorarella e la chiesa dell’Addolorata. Piccoli interventi per i quali si troveranno risorse e grazie ai quali potranno essere avviati processi di riqualificazione urbana e civica – spiega il candidato –. Questa piccola galassia di centralità deve essere poi valorizzata e messa in rete, incrementando i servizi pubblici e quelli privati e mantenendo il tessuto commerciale di vicinato e quello dei servizi. Anche in questo caso il ruolo dell’amministrazione dovrà essere induttivo, per garantire l’auto-sostenibilità e la riuscita nel lungo periodo delle politiche urbane. I centri saranno belli, puliti e sicuri solo se saremo in grado di mantenere le loro funzioni e i loro abitanti. Commercianti, professionisti e cittadini sono in ultima analisi gli ingredienti essenziali per una efficace ricetta”.
“Doveroso concludere anche questa volta con Calvino: ‘D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda’ – conclude Mascagni –. Questo lo spirito. Non vogliamo creare evanescenti meraviglie, ma dare compiute risposte”.
1 commento
Ottimo l’accenno all’ospitalita diffusa e all’albergo Diffuso Che richiedono pero punti di partenza diversi. Attenzione a non usare questa proposta come un’arma contro la concorrenza. Si lavori insieme per rilanciare La Bellissima Grosseto.