“Prendiamo atto, con sgomento, della vicenda del novantenne che è stato ricoverato in una struttura a 230 chilometri da Orbetello per motivi ‘logistici’ e lo facciamo con tutta la perplessità e l’indignazione possibile. Che quanto avvenuto sia la diretta conseguenza di quanto andiamo sostenendo e denunciando da mesi è sotto gli occhi di tutti: si comincia a raccogliere i frutti della legge di riforma del sistema sanitario regionale voluta dal Presidente Rossi e dal Pd a Firenze e purtroppo non ostacolata a Grosseto“.
A dichiararlo è Marco Sabatini, coordinatore provinciale di Sel.
“Si tratta della cosiddetta sanità in rete, che sposta i pazienti come fossero pacchi postali anche in località a centinaia di chilometri dal luogo di residenza – spiega Sabatini -. Il personale di Pronto Soccorso, nell’interesse dell’ammalato, quando viene ritenuto necessario un ricovero, come nel caso accaduto, può farlo dove c’è posto, in primis nelle strutture della Asl di appartenenza, che ora è quella dell’Azienda Sanitaria Sud Est, che comprende i presidi ospedalieri di Grosseto, Siena e Arezzo. Accadrà quindi sempre di più che un paziente del comprensorio della Costa d’Argento, dell’area del Tufo, delle Colline Metallifere o dell’Amiata possa essere ricoverato in strutture decisamente lontane, come Nottola, Montevarchi, Arezzo, Bibbiena o altre“.
“Ma non accadrà solo questo. Quando i vari servizi ambulatoriali non saranno più in grado di fornire risposte agli assistiti, le visite potranno essere erogate in presidi anche molto lontani rispetto al luogo di residenza – continua Sabatini -. Questo, per chi ha difficoltà alla mobilità, come per esempio gli anziani, non è certo un bel servizio. Lo stesso per servizi basilari come la chirurgia generale, l’ortopedia e la medicina, che vedranno depotenziati i loro servizi per le criticità del personale ormai ridotto all’osso. Noi non ci stiamo a vivere nell’era renziana dei tagli alla sanità pubblica e crediamo che sia necessario effettuare una pianificazione territoriale degna di questo nome per il rispetto dei cittadini“.
“In questo senso, proponiamo, quindi – sottolinea l’esponente di Sel -: 1) potenziamento dei servizi ambulatoriali specialistici per permettere una sanità di prossimità anche in zone disagiate; 2) incremento dei fondi per i servizi territoriali per permettere a chi è in condizioni di non autosufficienza di non essere costretto a penose vie crucis per mezza Toscana;3) puntare su assunzioni a tempo indeterminato per le unità operative, per il personale medico e infermieristico e per tutti gli operatori di cui vi sia una reale carenza, e promuovere strategie per fidelizzare il personale assunto al territorio; 4) investimento su una reale e progressiva digitalizzazione dei servizi sanitari (dalla cartella elettronica alla telematica radiologica, dalla prenotazione delle visite ed esami dal proprio medico di medicina generale, al funzionamento, dopo anni di demagogica pubblicità, della Tessera sanitaria elettronica), eliminando la documentazione cartacea: questo fatto da solo permetterebbe il risparmio di grandi risorse da investire successivamente là dove ve ne sia bisogno; 5) difesa dei servizi di emergenza sanitaria territoriale che si regge di fatto ancora su personale precario, pianificando, fin da ora, le strategie per il futuro; 6) sviluppo reale delle Case della salute secondo il modello del Chronic Care Model, che ha dimostrato realmente di ridurre le acuzie, quindi ricoveri, nonché la mortalità, per patologie importanti come il diabete mellito e lo scompenso cardiaco“.
“Questo per noi è solo l’inizio per dare ai cittadini quello che si meritano, cioè una sanità che funzioni – conclude Sabatini –. Poi l’assessore Saccardi può promettere anche la chirurgia robotica a Orbetello. Sperando che la promessa venga mantenuta e che sia sostenibile da tanti punti di vista. Per noi la sanità pubblica e per tutti è però un’altra cosa“.