“Faccio i miei personali complimenti al collega avv. Lorenzo Mascagni per la sua investitura a sindaco del suo partito, dopo le primarie di domenica passata che lo hanno visto prevalere sul vice sindaco Paolo Borghi. Collega non solo nella professione, ma anche collega in Consiglio comunale”.
A dichiararlo è Fabrizio Rossi, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio comunale di Grosseto.
“Dopo i legittimi e dovuti festeggiamenti per l’investitura ricevuta, corre l’obbligo di sottolineare come la sua prima foto lo ritrae con la nomenclatura del Pd dove spicca l’ex sindaco Valentini (ex Partito comunista) e la seconda foto con l’attuale sindaco Bonifazi, con il quale da oltre dieci anni governa la città – spiega Rossi -. Se alle primarie per il sindaco del 2006 (quelle che investivano Bonifazi) votarono circa 7600 cittadini e non vengono ricordate come primarie di ‘guerra’, dato l’esito scontato, stavolta con l’ansia e la lotta interna sono scesi a 6600 i partecipanti, in netto calo rispetto al 2006. Quindi, il candidato della nomenclatura, se non riceveva l’appoggio esplicito di Psi e Udc sarebbe riuscito a prevalere su Borghi, dato lo scarto numerico piuttosto esiguo? Ma erano primarie di coalizione o di partito? Un bel dilemma”.
“Ciò che però più non capisco è come il cattolico democratico Mascagni (versione aggiornata e politicamente corretta di cattocomunista, o bindiano di ferro) possa rivendicare un voto ‘cattolico’ quando in dieci anni nessun sussulto in tal senso è stato percepito nelle politiche dell’amministrazione comunale – continua Rossi -. Se vogliamo parlare di politiche care ai cattolici, non l’ho mai sentito battersi per il quoziente familiare. Non l’ho mai sentito tuonare contro i rincari delle scuole comunali per le rette e i trasporti, che hanno colpito le famiglie. Sulle aree Peep è stato in silenzio, mentre si triplicavano i valori di riscatto dei terreni sui quali migliaia di famiglie grossetane hanno edificato la loro prima casa. Non ricordo recentemente di averlo sentito parlare del Ddl Cirinnà, dell’utero in affitto, delle unioni omosessuali o tanto meno del ‘Family Day’, al quale il sottoscritto ha partecipato con convinzione, credendo di trovarlo al suo fianco. Forse era troppo vicina la conta elettorale interna per schierarsi al fianco delle famiglie e preferibile passare più tempo nei circoli Arci (che lo hanno sostenuto insieme al suo presidente) in tutto e per tutto?”.
“Siamo d’accordo quindi con lui quando dice di non aver sbandierato la sua provenienza, poiché non ce ne siamo accorti neppure in Consiglio comunale, quando l’opposizione si batteva per il quoziente familiare, per le aree peep e, soprattutto denunciava il danno causato alla Curia vescovile dall’amministrazione (da lui sostenuta in silenzio come dichiarato), quando facevano acquistare loro il terreno per edificare il dormitorio a 200.000 euro, salvo poi dichiararlo inedificabile – conclude Rossi –. Ma soprattutto una domanda nasce spontanea, dopo le non poco sommesse parole dei suoi Colleghi consiglieri del suo partito sulle parrocchie. Sarà con i ‘mangia-preti’ che stanno nel suo partito che dovrà convivere? Se il Vangelo chiede ai cattolici di essere il sale della terra, a me e non solo a me, sembra che Mascagni abbia al momento soltanto seminato il seme della discordia”.
1 commento
Io non la vedo cosi’, caro Rossi. Vedo piuttosto nella vittoria interna di Lorenzo Mascagni in un’area tradizionalmente in contrapposizione con quella Cattolica un riconoscimento non solo alla persona pulita ed onesta che e’ ma all’atteggiamento per cosi’ dire tipicamente “evangelico” di ascolto e vicinanza verso le componenti sociali piu’ sfortunate e demoralizzate della nostra egoistica societa’ basata sulla concezione edonisticacdel “do ut des” riuscendo ad accendere la loro speranza per un futuro meno gramo. Insomma Lorenzo Mascagni ha fatto un primo piccolo “miracolo” in questa alquanto depressa comunita’ grossetana e la rabbia quasi personale che trapela nell’intervento di Fabrizio Rossi di FDI rivela tutto il timore di essere “incocciati” nell’ avversario assai piu’ difficile da battere nelle elezioni finali di giugno.