“E’ tema caldo in sede di Governo e di Regione Toscana quello delle fusioni dei piccoli Comuni. Se da un lato la tradizione politica ci ha spinto a considerare soltanto il nostro orto, da un altro emerge un aspetto: capire alla svelta in quale parte della storia siamo ‘capitati‘”.
A dichiararlo, in un comunicato congiunto, è il Movimento Cinque Stelle di Pitigliano e Sorano.
“In effetti non ci siamo capitati per caso, parlare degli innumerevoli fallimenti politici sul come integrare il territorio resterebbe esercizio di rivendicazione politica non utile al formulare, vista l’urgenza, una soluzione ad una contingenza storica imminente – continua il comunicato -. In ambito politico sovra-comunale stanno ultimando i preparativi per accorpare numerosi Comuni, tra cui i nostri, come è riscontrabile anche a mezzo stampa, i governi di Regione e Stato hanno impresso una forte accelerazione sulle fusioni. Non è un mistero che il Movimento Cinque Stelle ha nel suo programma nazionale la fusione dei Comuni al di sotto dei 5000 abitanti, non fanno eccezione i gruppi di Pitigliano e Sorano, che da tempo hanno analizzato i dati circa le opportunità che si possono cogliere in sede di fusione“.
“Crediamo che per storicità, territorio, morfologia, collegamenti, servizi connessi, geologia e ambiente già oggi le nostre comunità rappresentino un unicum naturale, la cui grandezza risieda nel nostro enorme potenziale rurale, turistico, naturalistico ed artigianale. Quale strada intraprendere quindi, e quali possibilità abbiamo – si chiede il Movimento Cinque Stelle dei due comuni –? Se permane l’immobilismo politico, il dado è tratto: verrà il momento degli accorpamenti ‘dall’alto’, fonderanno i nostri bilanci e le nostre amministrazioni, ci sarà un matrimonio coatto e saranno i cittadini a pagarne tutte le conseguenze. Oppure possiamo essere coraggiosi, propositivi e realistici cogliendo un’occasione che non si ripresenterà: intraprendere la strada delle fusioni spontaneamente, dal basso, un’opportunità politica per la quale sono ancora previsti incentivi economici e liberalizzazioni contabili. In sintesi, alcuni milioni di euro erogati da Regione e Stato e l’uscita dal patto di stabilità“.
“Ci appare lampante che, sebbene qualcuno possa essere contrario di principio ad un’operazione come questa, d’innanzi ad uno scenario già deciso e definitivo da Stato e Regione la scelta imporrebbe quantomeno il buon senso – termina il comunicato -. Non si tratta infatti di ‘se’, ma solo di ‘quando’. Oggi infatti paghiamo le conseguenze dell’incapacità politica dei nostri amministratori, che non hanno avuto la forza di far funzionare l’Unione dei Comuni, ente ormai alla deriva, così per colpa loro ci ritroviamo con una fusione forzata all’orizzonte. Dunque, per la fusione dei Comuni, ce la faremo a fare uno scatto d’orgoglio?“.