“‘Chi è questo pazzo che si augura un’altra alluvione in Maremma?’ ‘Non bastano i disastri che abbiamo avuto in questi anni? Ci mancava solo il menagramo’. Immagino già le prese di posizione nei confronti delle mie parole. Ma il mio è soltanto un grido di allarme verso l’inerzia che oramai da anni caratterizza la politica di salvaguardia e messa in sicurezza del nostro territorio“.
Sono le parole di Francesco Donati, presidente del Raggruppamento politico autonomo di Grosseto alla vigilia dell’anniversario del 4 novembre.
“Un grido di allarme provocatorio certo, ma credete che chi ha la responsabilità di mettere in sicurezza il nostro territorio, e viene profumatamente pagato per svolgere questa funzione, vada oltre lo sperare che non succeda niente? Cioè faccia qualcosa di più di quello che facciamo noi cittadini? Non penso proprio – sottolinea Donati -. Questo strano andamento climatico che alterna piogge torrenziali a squarci di sole o venti forti a bonacce, è oramai un dato di fatto da prendere in seria considerazione e ci impone una riflessione profonda sulla pericolosità reale e non apparente del nostro fiume Ombrone in occasione di manifestazioni estreme, ma sempre più frequenti, del nostro clima“.
“L’esperienza dell’ultima alluvione – continua Donati – ce la ricordiamo bene ,così come abbiamo presente il dramma di molte famiglie ridotte in condizioni di aver perso case, ambienti di lavoro ed altro. Ma chi ha qualche anno in più come me si ricorda bene anche le sfuriate dell’allora onorevole Fanfani con i rappresentanti delle istituzioni tutte, alcune delle quali con ruoli specificatamente tecnici, e le difficoltà delle forze armate che non potevano raggiungere la città per impossibilità logistiche legate al territorio. Da allora purtroppo le cose non sono cambiate, solo il clima ci presenta queste occasioni con sempre maggiore frequenza“.
“Ma davvero in questi anni la politica non poteva fare niente di meglio? – si chiede ancora Donati – Coloro che devono amministrare la Regione e il territorio come affrontano il problema? In modo superficiale e banale, legandolo sempre e comunque a lacciuoli burocratici o economici, non capendo che i problemi di questo tipo legati al territorio sono ormai la priorità. E invece dalle istituzioni arrivano risposte banali. D’altronde, cosa deve dire un presidente del Consorzio di bonifica di fronte alla stampa? Chi glielo fa fare di compromettere la sua carica dicendo cose, magari serie? Il problema, però rimane“.
“Grosseto – conclude Donati – è a forte rischio e la favoletta che i lavori a suo tempo fatti fanno stare tutti tranquilli o che siamo baciati dallo stellone italico, non corrispondono a verità. Il pericolo è sempre dietro l’angolo, ma nessuno ne parla. Anzi, per la verità, solo Italia Nostra, con il suo presidente Michele Scola, ha sollevato la gravità della questione. Purtroppo, caro Presidente Bellacchi (con Fabio ci conosciamo da troppo tempo perchè io non sia estremamente sincero) tappando un buco o cento o mille non si risolve il problema; manca un vero progetto di idraulica fluviale che sistemi definitivamente il problema e permetta la salvaguardia della città e del suo agro. Il Raggruppamento politico autonomo sta verificando la fattibilità (le parole sono una cosa e i fatti un’altra) di un’idea-progetto che prevede la regimentazione delle acque, con una riduzione della portata a monte e una riduzione del fenomeno alluvionale a valle accompagnata da una diramazione di queste a ragnatela con terminali in bacini di raccolta“.