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Il Pd grossetano sostiene l’azione del Governo Renzi: “Il futuro è davanti a noi”

di Redazione
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La direzione territoriale del Pd della provincia di Grosseto ha approvato un documento di sostegno all’azione del Governo.

Il nostro Paese ha una necessità urgente di riforme strutturali. Il malessere profondo che attraversa le nostre comunità vuole risposte e il Partito Democratico le sta costruendo giorno dopo giorno.  Matteo Renzi e il nuovo gruppo dirigente hanno saputo imprimere un’accelerazione costruita sulle basi solide maturate in molti anni – si legge in un comunicato della direzione territoriale del Pd -. La riforma del mercato del lavoro è stata un passo importante, ma i lavoratori e  le imprese hanno bisogno di ulteriori iniziative, serve liberarsi da una giustizia troppo lenta, da una burocrazia barocca e autoreferenziale. Per questo, è importante avviare subito la riforma della pubblica amministrazione e quella degli enti locali, portando fino in fondo un processo di snellimento ed efficientamento dell’apparato pubblico. Il recupero della fiducia della popolazione passa dalla dimostrazione che ciò che appariva immutabile può iniziare a mutare.  Ebbene, stiamo cambiando quell’Italia che non ci piaceva e valorizzando l’Italia migliore”.

Il documento

Ecco il testo integrale del documento approvato dalla direzione territoriale del Pd:

La direzione territoriale del Partito Democratico della provincia di Grosseto,

premesso che il Governo guidato dal nostro segretario nazionale ha impresso una forte accelerazione nel percorso di riforme necessario al nostro Paese, portando a compimento, fra le altre, la riforma del mercato del lavoro (che ha consentito un primo aumento sia del lavoro impiegato che dell’occupazione, oltre che della produttività), quella della pubblica amministrazione, approvando la nuova legge elettorale e ponendo le basi per una riforma della scuola (prevedendo, per la prima volta dopo venti anni di tagli apportati dai precedenti Governi, ingenti investimenti che hanno già portato all’assunzione di oltre 38mila insegnanti – in attesa del completamento del piano straordinario, che prevede l’assegnazione di 103mila cattedre), la riforma degli enti locali, nonchè quella della fiscalità generale, a partire dall’eliminazione della tassa sulla prima casa e dell’Imu e dell’Irap agricole.

In seguito a questa incisiva azione portata avanti dal Governo e dal Parlamento, l’Italia stia finalmente uscendo del periodo di recessione che ha caratterizzato questi anni, come dimostrato anche dagli ultimi dati Istat sull’aumento del Pil (+ 0,3%), la ripresa dei consumi (+ 1,7% rispetto al luglio 2014) e sulla maggiore e stabile occupazione (con una crescita annua dell’1,1%, pari a 235 mila unità).

In questo contesto, l’architrave del processo di riforma di tutti gli ambiti  sociali ed economici è rappresentato principalmente dalle riforme istituzionali e costituzionali, atte a rendere competitiva e stabile la nostra democrazia e, al contempo, a permettere la realizzazione di efficaci politiche governative, favorendo la stabilità dei Governi;

considerato che, già nella bicamerale presieduta da Massimo D’Alema nel 1998, nella tesi n.4 del programma dell’Ulivo nel 2005, e nella bozza Violante del 2007 il centrosinistra promuoveva il superamento del bicameralismo perfetto, con un Senato dei territori e delle autonomie e, contestualmente, veniva ritenuto necessario un sistema elettorale maggioritario che potesse conferire una maggiore stabilità ai Governi;

valutata l’importanza delle riforme che cambiano l’assetto istituzionale dell’Italia, non solo superando il bicameralismo perfetto – rarità istituzionale quasi esclusivamente italiana -, ma ampliando gli istituti di democrazia diretta, chiarendo le competenze di Stato e Regioni, stabilendo nuovi controlli istituzionali e nuove funzioni per un Senato che sia realmente vicino ai territori e poteri specifici per la valutazione delle politiche;

impegna i parlamentari del Partito Democratico e del Governo

  • a trovare soluzioni che possano dare ulteriori garanzie ai territori attraverso un ampliamento delle funzioni del Senato, volte al controllo strategico sulle azioni di governo e le istituzioni di garanzia;
  • a superare la discussione di questi ultimi anni sulle modifiche all’art. 2, relativo all’elettività diretta dei senatori e a procedere alla definizione e alla condivisione di un testo finale che, scevro da diktat, sia sostenuto con forza da tutti i parlamentari e che, conseguentemente, possa essere approvato in tempi rapidi, senza correre il rischio di vanificare il grande lavoro fatto fino sinora e dover ricominciare nuovamente il percorso dall’inizio”.

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