Domani mattina, alle 11, Cristina Gimignani, candidata al Consiglio regionale per Forza Italia, visiterà lo stabilimento del Latte Maremma.
“Fiore all’occhiello della nostra capacità di fare cooperazione all’insegna della socialità, il consorzio del Latte Maremma è nato il 12 febbraio 1961, per la festa dei latterini, l’ultimo giorno prima del digiuno pasquale in cui iniziava la Quaresima e l’astensione dai prodotti derivati dal latte – spiega Cristina Gimignani -. Usanze forse dimenticate, ma che hanno segnato la storia della nostra tradizione”.
“Il consorzio era allora composto da 20 membri. Allevatori doc, eccellenze presenti sul territorio. Il primo stabilimento era in via Aquileia, poi è stato trasferito in via Scansanese e da bravo ‘grossetano doc’ , ha seguito di pari passo la crescita della città – continua la candidata –. Dalle prime confezioni tetrapak, a piramide, alla vasta gamma di prodotti che conosciamo oggi. Ma la filiera del latte è gravata da falle e spese impossibili. In Italia, il prezzo del latte cresce di 4 volte dalla stalla allo scaffale, ma non avvantaggia l’allevatore, costretto a combattere con costi aziendali, burocratizzazione e lotta contro i predatori, che hanno ricacciato la Maremma indietro di un secolo. Sono convinta che l’agroalimentare maremmano sia minato anche dalle scellerate politiche contro l’est Europa, che con la fine delle quote del latte, aumenterà l’importazione a bassissimo prezzo della materia prima. A discapito della qualità. La nostra. Una volta sparito l’obbligo d’indicare sull’etichetta la provenienza del latte e il luogo di produzione, ci stiamo ritrovando con prodotti falsamente venduti come italiani. Il prodotto nazionale non può essere messo fuori mercato dai soliti giochi di bussolotto”.
“Ma cosa fa la Regione per il latte della Maremma? Dorme? In meno di dieci anni, ha chiuso un allevamento su 5. Va bene il mercato libero, ma calarsi le brache, come diceva la mia nonna, è tutta un’altra cosa – conclude Cristina Gimignani -. La biodiversità sul territorio deve essere tutelata, con la creazione di condizioni nella filiera che diano il giusto peso al latte locale, per creare un polo che sia punto di riferimento per tutta la Toscana”.