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Regionali: le proposte dei comitati sulla geotermia ai candidati

di Redazione
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato della Rete NoGESI Toscana in merito alle elezioni regionali di domenica 31 maggio:

Nell’imminenza delle prossime elezioni regionali, i comitati toscani, riuniti nella Rete NoGESI, al fine di rendere chiare ai cittadini le posizioni dei candidati sul tema della geotermia, fonte di forte preoccupazione tra la popolazione per le ricadute sanitarie, ambientali e paesaggistiche, vogliono sottoporre alle forze politiche in campo e, soprattutto, ai candidati presidente, le proposte della Rete NoGESI che si basano, oltre che da valutazioni proprie, anche dalle indicazioni recentemente formulate dalle Commissioni ambiente e attività produttive della Camera al Governo, frutto anche delle mobilitazioni ed iniziative della stessa Rete.

Chiediamo pertanto un pronunciamento chiaro sul tema e sulle proposte avanzate; daremo senz’altro conto delle risposte e delle diverse posizioni in merito, compresi eventuali silenzi, nell’auspicio che i cittadini sappiano poi valutare tali posizioni al momento del voto.

Per tutti gli impianti flash ad alta entalpia già in esercizio, considerata ormai unanimemente come la tecnologia può obsoleta, inquinante ed impattante, autorizzati o in via di autorizzazione, è indispensabile la moratoria immediata e complessiva;

per verificare l’incidenza delle emissioni geotermiche sulla salute delle popolazioni, visti i dati allarmanti di un + 13% di mortalità degli uomini in Amiata, rispetto al dato atteso, a cui le autorità sanitarie della regione non hanno saputo ancora attribuire una causa, a distanza di 5 anni dalle prime pubblicazioni dell’Ars;
per permettere la ricarica dell’acquifero del Fiora, che ha subito un abbassamento di circa 200 metri rispetto al dato atteso;

per compiere tutte le verifiche preventive nel rispetto dei ‘criteri generali di valutazione’ che di seguito sono precisati, secondo le stesse indicazioni formulate nel mese scorso dalle Commissioni ambiente e attività produttive della Camera dei Deputati;

per gli impianti a sistema binario a media entalpia è indispensabile che prima di qualunque autorizzazione all’esercizio, il Parlamento adotti i nuovi ‘criteri generali di valutazione’ per il rilascio delle autorizzazioni che il Governo deve produrre nei prossimi sei mesi.

Per gli impianti geotermici sia ad alta che a media entalpia va mantenuta, ed incrementata in questa fase  in cui lo stesso Parlamento ha ritenuto di aumentare le norme di tutela dei territori da tale sfruttamento, la possibilità per le Regioni di legiferare in termini di ‘aree non idonee’ alla geotermia, avuto riguardo delle caratteristiche socio-economiche ed ambientali dei territori (territori di particolare pregio ambientale, vocati a produzioni agricole di qualità, ove la produzione di energia geotermica ha raggiunto già livelli di saturazione per le caratteristiche del territorio, ecc.) secondo le previsioni della vigente legislazione sulle ‘energie rinnovabili’ (D.M. 10.09.2010 ‘Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili’). Dando la Regione Toscana, similmente a quanto ha fatto da tempo la Regione Umbria, la possibilità ai Comuni, entro un tempo congruo, di suggerire ulteriori aree non idonee in aggiunta a quelle definite dalla stessa Regione.

Sarà necessaria pertanto una moratoria generale di ogni attività autorizzativa, finché il Governo non adotterà i citati criteri, che, verosimilmente, potrebbero essere in contrasto con le stesse istanze di impianti geotermici, tenendo conto che i criteri dettati dal Parlamento attengono anche alla zonazione del territorio italiano, oltre che alla verifica  di ulteriori implicazioni territoriali.

La Regione Toscana deve peraltro impegnarsi affinché le linee guida relative ai nuovi ‘criteri generali di valutazione’ prodotti dal Governo siano applicate attraverso un processo partecipativo con il reale coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali, attraverso la nomina di tecnici di fiducia inseriti nel processo decisionale, così come indicato al punto 11 di seguito riportato, favorendo l’applicazione del principio di precauzione.

Di seguito si riportano integralmente i dodici criteri che le Commissioni ambiente e attività produttive della Camera dei Deputati hanno indicato al Governo, impegnandolo nei prossimi sei mesi:

1. ad avviare le procedure di zonazione del territorio italiano, per le varie tipologie di impianti geotermici, identificando le aree potenzialmente sfruttabili in coerenza anche con le previsioni degli orientamenti europei relativamente all’utilizzo della risorsa geotermica e in linea con la strategia energetica nazionale;

2. ad emanare, entro sei mesi, «linee guida» a cura del Ministero dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che individuino nell’ambito delle aree idonee di cui al punto precedente anche i criteri generali di valutazione, finalizzati allo sfruttamento in sicurezza della risorsa, tenendo conto delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al bilancio idrologico complessivo, al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità;

3. a rilasciare, a seguito dell’emanazione delle linee guida, tutte le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici, comprese quelle relative ai procedimenti in corso, nel rispetto delle prescrizioni ivi previste;

4. a far sì che, nella valutazione di impatto ambientale (Via), si tenga conto in particolare delle implicazioni che l’attività geotermica comporta relativamente al rischio di inquinamento delle falde, alla qualità dell’aria, all’induzione di micro sismicità;

5. ad assumere iniziative volte a ridurre i tempi procedimentali per le autorizzazioni, al fine di consentire lo sviluppo delle attività finalizzate all’utilizzo di nuove tecnologie per lo sfruttamento della risorsa geotermica, ad esclusivo onere finanziario dei privati, per poter riportare il settore a competere nel mondo come leader dell’energia rinnovabile;

6. a favorire lo sviluppo e la diffusione della geotermia a bassa entalpia, ossia ad impianti che sfruttano il calore a piccole profondità, per l’importante contributo che può dare alla riduzione del fabbisogno energetico del patrimonio edilizio italiano;

7. ad assumere iniziative per rivedere gli attuali meccanismi incentivanti garantiti al geotermico, in quanto fonte rinnovabile, al fine di sostenere maggiormente quelle a minore impatto ambientale;

8. ad assumere iniziative dirette ad armonizzare i diversi regimi di incentivazione attualmente vigenti per gli impianti geotermici pilota e quelli ad autorizzazione regionale utilizzanti le stesse tecnologie;

9. ad assumere iniziative per inserire nella regolamentazione, con opportune penali, l’obbligo della sigillatura del pozzo atta ad evitare la possibilità di scambio di fluidi tra falde idriche diverse e l’obbligo di evitare il depauperamento della risorsa idrica di falda e di superficie sia in termini quantitativi che qualitativi;

10. ad assumere iniziative dirette a subordinare il rilascio delle autorizzazioni alla stipula di una polizza fidejussoria a garanzia di eventuali danni all’ambiente, alla salute pubblica e alle attività produttive circostanti;

11. a prevedere nella fase prerealizzativa un pieno coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione;

12. ad assumere iniziative normative affinché per gli impianti già a regime e per quelli che eventualmente verranno realizzati sia previsto (pena la sospensione della concessione) un sistema di controlli ambientali effettuati dalla competente Agenzia regionale per la protezione ambientale, a spese del concessionario, volti a verificare (pena la sospensione della concessione) che le attività geotermiche non incidano sul chimismo delle acque destinate al consumo umano rispettando i requisiti del decreto legislativo n. 31 del 2001, che le altre matrici ambientali non risultino contaminate e che la micro sismicità non aumenti significativamente, prevedendo anche che i risultati dei controlli e dei monitoraggi supplementari, da realizzare secondo le linee guida emanate dal Ministero dello sviluppo economico, siano divulgati al pubblico tempestivamente dall’acquisizione per il tramite dei siti Internet del gestore, dell’Autorità d’ambito e dell’agenzia ambientale competente per quel territorio”.

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