«Il Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ndr) – spiega l’onorevole Luca Sani – è favorevole a estendere agli agriturismi il credito d’imposta del 30% per investimenti nella digitalizzazione, previsto dalla Legge 106/2014 conosciuta come “Bonus Art”.»
È quanto emerge dalla risposta all’interrogazione presentata a fine marzo in X Commissione da Luca Sani, che aveva sollevato il problema dell’esclusione delle aziende agrituristiche dai benefici del cosiddetto Bonus Art.
«Il problema sul quale avevo richiamato l’attenzione con la mia interrogazione – spiega il presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera – riguarda l’esclusione di circa 21.000 aziende agrituristiche (prima la Toscana con 4.100, ndr) dai benefici del credito d’imposta del 30% sull’acquisto di impianti wi–fi, siti web ottimizzati per il sistema mobile, programmi e sistemi informatici per la vendita diretta di servizi e pernottamenti, spazi e pubblicità per la promozione e commercializzazione di servizi e pernottamenti turistici sui siti e piattaforme informatiche specializzate o servizi di consulenza per la comunicazione e il marketing digitale. Credito d’imposta previsto a favore degli esercizi ricettivi, come misura per incentivare il comparto turistico».
«A quanto dichiarato dal sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Rossella Amici, in sede di risposta all’interrogazione – conclude Sani – la soluzione potrebbe essere quella di ricomprendere l’agriturismo nella categoria di “esercizio ricettivo singolo o collettivo” cui fa riferimento la norma. Questo può avvenire perché nella classificazione delle attività economiche Ateco 2007, la sub-categoria 55.20.5 dei Codici Ateco include “affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, bed and breakfast. Residence e alloggio connesso alle aziende agricole”. Il Ministero vede con favore lo sviluppo dell’agriturismo e l’argomento sarà oggetto di approfondimento su più tavoli tecnici, anche al fine di verificare se le disposizioni in materia fiscale possano già essere applicate ad alcune tipologie di ospitalità presso aziende agricole».