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Jobs Act: i chiarimenti della Cgil su mobilità, Naspi, Aspi e mini Aspi

di Redazione
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Claudio Renzetti, segretario provinciale della Cgil, interviene sul Jobs Act:

«Le novità introdotte con il Jobs Act – spiega Renzettirispetto a modalità di erogazione e scadenze di Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) e mobilità, hanno generato confusione e in molti casi preoccupazione fra molti lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali che nel nostro territorio hanno colpito diverse imprese di medie e grandi dimensioni. Per questo motivo, intervengo con l’obiettivo, per quel che è possibile in certe situazioni, di rassicurare le persone rispetto ad alcune precisazioni di natura tecnica, che però hanno un impatto significativo sulla vita dei lavoratori interessati dalle crisi aziendali».

«Intanto è bene precisare che l’indennità di mobilità ordinaria, fino a 36 mesi a seconda dell’età, rimarrà in vigore alle attuali condizioni fino al primo gennaio 2017, quando sarà sostituita dalla Naspi. Come noto l’indennità di mobilità è riservata solo ai lavoratori di aziende con più di 15 dipendenti. Per cui, ad esempio, nella nostra zona della mobilità potranno usufruire i lavoratori dell’Eurovinil (ex Survitec), il cui stato di crisi è stato recentemente dichiarato – continua Renzetti -. Aspi e Mini Aspi, invece, lasceranno il posto alla Nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi) già a partire dal primo maggio di quest’anno. Il cambio delle regole potrebbe in alcuni casi portare qualche vantaggio, soprattutto per quanto riguarda la durata del sostegno. L’indennità di mobilità prevista oggi per le aziende più grandi si sta infatti riducendo secondo quanto previsto dalla legge 92/2012. Da gennaio 2015 la durata massima è di 12, 24 o 36 mesi, a seconda dell’età. Nel 2016 ci sarà un ulteriore giro di vite, il trattamento più favorevole sarà 24 mesi di durata per i lavoratori over 50 al Sud, e poi nel 2017 la definitiva archiviazione della mobilità ordinaria e in deroga».

«Questa situazione costituisce obiettivamente una giungla dove per i lavoratori è molto complicato orientarsi – conclude il segretario della Cgil: il nuovo regime, infatti, recepisce una parte della normativa della Fornero, mantiene una parte del regime precedente e introduce alcune novità».

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