«Chiusura uffici postali: il piano di razionalizzazione è stato sospeso, ma adesso è vietato abbassare la guardia in vista del confronto che presto si aprirà con Poste Italiane. Istituzioni ed enti locali lavorino insieme ad una proposta alternativa da presentare in sede di trattativa con l’azienda per scongiurare la fuga dal territorio di servizi essenziali. Un piano che sfrutti la presenza capillare dell’associazionismo nella nostra regione, valorizzando le sue centinaia di sedi come punti di aggregazione per l’erogazione di servizi non solo postali».
Lo dichiara il consigliere regionale e membro della IV commissione Sanità e Politiche Sociali, Gian Luca Lazzeri.
«Il piano di razionalizzazione di Poste Italiane che prevedeva in Toscana la chiusura di 64 uffici postali e il ridimensionamento di 37 sedi – sottolinea Lazzeri – è stato sospeso ma ora, come ha ricordato la presidente Anci Sara Biagiotti, l’attenzione deve restare massima. Il confronto con l’azienda probabilmente condurrà verso un ridimensionamento di quei servizi considerati da Poste come meno remunerativi, magari collocati in territori periferici, disagiati o con minor densità abitativa. Per questo motivo serve fin da subito un progetto che freni la fuga di servizi. Un obiettivo che può essere raggiunto valorizzando la presenza diffusa e capillare dell’associazionismo toscano, che nella nostra regione conta centinaia di sedi. Penso, ad esempio, ai circoli ricreativi, ai locali comunali in disuso e al volontariato attivo nell’assistenza sanitaria: le loro sedi potrebbero essere utilizzate come punti di aggregazione per l’erogazione di servizi non solo postali, come il servizio Cup per la prenotazione di visite ed esami diagnostici».
«Una svolta che permetterebbe anche di raggiungere l’obbiettivo di recuperarne l’efficienza economica. In quest’ottica – conclude Lazzeri –, ritengo che le cooperative e le aziende che già oggi svolgono importanti servizi in ambito postale potrebbero essere interlocutori importanti e da tenere in grande considerazione».