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Inceneritore di Scarlino, Sel: “Si pensi ad un nuovo modello di trattamento dei rifiuti”

di Redazione
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato del coordinamento provinciale di Sel sulla revoca delle autorizzazioni all’inceneritore di Scarlino:

“In merito alla vicenda dell’inceneritore di Scarlino crediamo che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e sarebbe il caso di evitare di raccontare balle ai cittadini provando a scaricare il barile. Lo diciamo perché Sel intende assumersi le proprie in quanto forza politica che, seppur minoritaria e senza incarichi diretti nella gestione della vicenda dell’inceneritore di Scarlino e del tema dei rifiuti, ha governato in questi anni la Provincia di Grosseto ed i Comuni di Follonica e Scarlino. 

Per questo motivo, non possiamo che essere rammaricati per la sentenza del Consiglio di Stato che ha registrato lacune nell’autorizzazione rilasciata dall’amministrazione provinciale.

Sel ha sempre affermato che l’impianto di Scarlino e le richieste di autorizzazione da parte di un soggetto privato dovevano rientrare in un percorso esclusivamente procedurale che necessitava di attente valutazioni ai sensi della normativa in vigore. Con questa posizione, e in tempi non sospetti, incontrammo i lavoratori di Scarlino Energia, che da troppo tempo vivevano e vivono tutt’ora sulla graticola.

Detto ciò, Sel non solo non ha mai sostenuto la strategicità di quell’impianto, che infatti anche grazie a noi non rientra nel piano interprovinciale dei rifiuti, ma soprattutto abbiamo sempre detto che la tecnica dell’incenerimento doveva essere superata. Se infatti nel Piano interprovinciale adottato dalla Provincia un anno fa è, per la prima volta, indicato appunto l’obiettivo del superamento dell’incenerimento, quello lo si deve esclusivamente al lavoro fatto da Sel all’interno di quell’istituzione. 

Sel inoltre decise di adottare quel Piano con l’impegno che le osservazioni pervenute successivamente ai fini di una riduzione della produzione dei rifiuti e di maggiori garanzie nella crescita della raccolta differenziata fossero recepite.

Diciamo tutto questo perché oggi leggiamo che la segretaria provinciale del Pd Barbara Pinzuti dichiara di aver impresso una direzione al suo partito contro l’inceneritore.

Purtroppo, l’unica posizione nota del Pd provinciale, regionale e nazionale e dei suoi dirigenti, a partire dal suo segretario Renzi che con lo Sblocca Italia ha affermato la volontà di costruire molti altri inceneritori, è sempre stata favorevole all’incenerimento senza se e senza ma.

Del resto basta guardare il progetto Strillaie per capire che l’impiantistica è stata pensata per un solo scopo: la produzione di Cdr e quindi per l’incenerimento. Facciamo presente che non siamo (solo) noi a dire ciò, basta leggere il j’accuse del presidente del Consiglio comunale di Follonica Francesco De Luca nei confronti dei dirigenti del suo partito.

Detto ciò, oggi con la sentenza del Consiglio di Stato passando per l’incidente”’ delle emissioni di diossina del settembre 2013, si deve scrivere la parola fine all’idea che l’incenerimento sia il mezzo per la chiusura del ciclo dei rifiuti; l’unica reale possibilità di chiudere il ciclo dei rifiuti è il recupero ed il riuso, cioè la trasformazione di materiali di scarto in nuova materia prima utile alle nostre esigenze, unico modo non solo di trattare i rifiuti, ma anche per ridare certezza di un lavoro ‘giusto’ a tutte quelle persone che nuovamente sono costrette a vivere, incolpevolmente, momenti di grande difficoltà.

Sel ritiene che siano oramai maturi i tempi per iniziare a mettere in campo un nuovo modello di trattamento dei rifiuti, basato sulla loro drastica riduzione, sulla preselezione e sul riciclo; un modello ambientalmente più sicuro ed economicamente più conveniente, che garantisce i medesimi livelli occupazionali. Con l’obiettivo dichiarato di superare la soluzione dell’incenerimento. 

Se ciò non avvenisse le debolezze dell’impianto di ‘Scarlino Energia’ rischierebbero, con un effetto a catena, di compromettere la credibilità di tutto il polo industriale scarlinese, destabilizzando il delicato equilibrio dell’area, ancora in attesa delle previste ed irrimandabili bonifiche ambientali”.

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