Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato della Federazione provinciale del Psi:
“In seguito ad un incontro con alcuni lavoratori della Provincia di Grosseto, svoltosi venerdì 5 dicembre presso la sede della Federazione provinciale del Psi, è stata esposta ed analizzata la problematica della collocazione del personale dell’Ente alla luce della recente riforma ‘Del Rio’ sul riassetto delle Province, e alla luce della ‘legge di stabilità’.
È innanzitutto parso evidente un ritardo della Provincia di Grosseto nel procedere alla formazione degli elenchi dei lavoratori richiesti dalla Regione (allo scopo della verifica della consistenza del personale, delle mansioni svolte e del costo del lavoro); inoltre, l’ente non appare aver condiviso tale attività con i rappresentanti dei lavoratori.
Ciò ha ingenerato nel personale dell’ente territoriale un senso di incertezza che è andato ad alimentare il timore della perdita del posto di lavoro e quindi della capacità di produrre reddito a danno di molte famiglie.
Ci si rende conto che la riforma è ormai in piedi e non può essere fermata (poteva forse essere fatto qualcosa di diverso e di più utile per il cittadino), ed in senso riformista si avanzano le seguenti proposte, nell’interesse non solo dei lavoratori, ma anche dei cittadini, che devono recuperare la certezza dello svolgimento di determinati servizi, sino ad ora svolti dalla Provincia.
Giova infatti ricordare che fra i compiti che le Province manterranno ci sono l’assetto del territorio, i trasporti e la viabilità, la scuola, l’assistenza ai Comuni e le pari opportunità. Mentre attualmente pare che l’agricoltura non sarà più gestita dalla Provincia; si auspica però che in futuro la Regione deleghi la materia alla Provincia stessa, ovvero all’ente più vicino alle esigenze del territorio.
È evidente pertanto l’importanza che ancora rivestiranno tali enti e il fatto che debbano mantenere adeguati livelli organizzativi e la necessaria dotazione di personale, che peraltro è già formato e qualificato per i compiti suddetti.
Al tempo stesso è necessario che si inizi quanto prima ad individuare il corretto percorso di ricollocamento del personale che, all’esito della riforma, risulterà non più inserito nel nuovo modello di ente.
A tal fine si avanza la proposta di verificare la possibilità di aumentare la mobilità intercompartimentale, previo monitoraggio delle esigenze di personale dei vari enti pubblici, dove poter ricollocare eventualmente i lavoratori”.