“Pecunia non olet: Acea appartiene a quella categoria di moloch insaziabili che più gli dai e più prendono, la società infatti prevede di incassare oltre 4.700.000 euro dal conferimento dei fanghi. Si prendono la nostra acqua, la nostra terra come i feudatari del Medioevo, la inquinano in maniera irreversibile e bisogna pure ringraziarli se ce le lasciano bere o arare. Monterotondo è un posto da funghi, da castagne, da agriturismo, non da fanghi inquinanti. Noi del Movimento vogliamo essere portavoce della cittadinanza perché non si fermeranno mai da soli fino a quando non li fermeremo noi“.
Lo dichiara il deputato toscano Samuele Segoni (M5S), annunciando di aver inviato un’interrogazione scritta ai Ministri dell’ambiente e della salute sulla realizzazione di una centrale a biogas a Monterotondo Marittimo per il recupero energetico di fanghi di provenienza extraregionale proposto dall’azienda Solemme, controllata da Aquaser, gruppo Acea.
“Al solito abbiamo un impianto autorizzato senza valutazione d’impatto ambientale, anche perché se si fosse fatto, ci si sarebbe accorti che forse non sarebbe stato consigliabile costruire una centrale a biogas da 70.000 tonnellate l’anno vicino a due centrali geotermiche Enel (meno di 1 km) – continua Segoni -. Le centrali a biogas sono impianti a rischio di incidente rilevante. Ad Aprilia, ad esempio, sono morti due operai che lavoravano ad un impianto che tecnologicamente in base a quanto affermano i comitati locali, è in tutto e per tutto simile a quello che si prevede di costruire a Monterotondo“.
“Noi vogliamo sapere dal Ministro Galletti – afferma il pentastellato – cosa intenda fare per aumentare i controlli e la sicurezza di tali impianti che vengono autorizzati con una procedura eccessivamente semplificata che non garantisce affatto la tutela dell’ambiente e delle popolazioni residenti, e vogliamo sapere se non ritenga opportuno intervenire per fare le opportune verifiche, anche alla luce dell’incidente di Aprilia, visto che si tratta di un impianto che oltretutto è destinato a trattare rifiuti provenienti da fuori regione e non a soddisfare un’effettiva esigenza locale“.
“Al Ministro della salute – conclude Segoni – chiediamo cosa intenda fare per ridurre la pericolosità di tali impianti e per fare in modo che la salute di lavoratori e della popolazione non vengano messi a repentaglio dall’ennesimo speculatore“.