Marco Simiani interviene sulla nuova Provincia dei Comuni, che nascerà dopo le elezioni del 28 settembre:
“Sono passati ormai diversi mesi dall’approvazione del decreto Del Rio, riforma che trasformerà le Province in enti di secondo livello – spiega Simiani -. Nelle prossime settimane la questione entrerà nel vivo; entro il prossimo mese di agosto dovranno infatti essere presentate le liste per votare il presidente e i nuovi consiglieri provinciali. L’elettorato attivo e passivo sarà quello dei sindaci e dei consiglieri di tutti i Comuni della Provincia e dei consiglieri provinciali uscenti. La nuova Provincia avrà funzioni di coordinamento, di programmazione e sarà il soggetto che garantirà ai Comuni quei servizi che, attraverso le convenzioni, riusciranno ad ottimizzare costi oggi impossibili da sostenere, viste le ormai poche risorse disponibili per i Comuni stessi”.
“Il momento è sicuramente importante, non solo per l’interpretazione della proposta politica del Governo Renzi, ma anche per la definizione dei progetti che questo territorio avrà intenzione di proporre – continua l’esponente del Pd -. I Comuni infatti potranno governare direttamente questo processo, assumendo un ruolo decisivo per lo sviluppo della Provincia e, al contempo, diventando punto di forza nel rapporto con la Regione Toscana. Il Partito democratico ha l’occasione di attivare una proposta programmatica coerente ed omogenea fra i suoi dirigenti ed amministratori. I contenuti emersi nella nota dell’onorevole Sani di venerdì sono sicuramente condivisibili, visto che erano inseriti nella proposta congressuale presentata da Futuro Pd nell’ottobre scorso; al di là della precisazione però, credo, che questo futuro prossimo debba essere governato, visto che, in un momento così importante come il rinnovo della Provincia, non abbiamo ancora assistito a nessun confronto sul tema”.
“Infatti è preoccupante che ancora non siano stati convocati i nostri sindaci per un confronto politico né affrontata la situazione all’interno del partito – conclude Simiani -. È un passaggio che non può essere vissuto solo burocraticamente e ha implicazioni decisive per la rappresentanza delle istanze di questo territorio. E’ per questo che sollecito un’altra volta, dopo averlo fatto informalmente, la segretaria Barbara Pinzuti a convocare urgentemente gli organismi preposti, per discutere e decidere le molte sfaccettature che serviranno a completare la proposta complessiva”.
1 commento
Ma che pasticcio. Le province, 150 anni di storia, svendute in questo modo, eppure costavano, si fa per dire, solo l’1% sul bilancio dello stato, essenzialmente costi derivati dal personale e dall’esercizio delle funzioni, mi chiedo che hanno risolto e che hanno fatto. A d oggi, l’unica vera riforma era quella di rivedere le migliaia di minuscoli e microscopici comuni, accorpare le province più piccole o nate in territori comunque bene amministrati dalle province madri, accorpare le piccole regioni ma soprattutto eliminare 7.500 enti strumentali di natura pubblica, che costano molto più delle province facendo cose che la provincia poteva fare a costo quasi zero…Questa delle province è una mega bufalata!!! Poi il populismo e la demagogia in Italia, vanno come l’acqua di rose!!!