“La cultura, i beni paesaggistici e culturali, le manifestazioni culturali e tradizionali sono una delle nostre più importanti ‘fabbriche’. Noi, qui a Magliano e Montiano, non abbiamo industrie, ma abbiamo un prodotto straordinario e unico fatto di bellezza, monumenti, luoghi speciali, ambientazioni straordinarie per concerti e spettacoli di qualità. Tra tante iniziative è unico il Vox Mundi Festival, che rappresenta una ricchezza per Magliano e dobbiamo difendere questa manifestazione”.
Eva Bonini, candidata a sindaco nel Comune di Magliano in Toscana per la lista di centrosinistra “Viva Magliano Viva”, sottolinea l’importanza di questo festival proprio nei giorni in cui termina felicemente la raccolta dei fondi a sostegno.
“Con il Vox Mundi siamo nella vetrina nel top dei festival –continua Eva Bonini – un valore riconosciuto anche dalla Regione Toscana, che dalla quarta edizione lo ha inserito nella rete regionale dei Festival. Anche grazie a questo percorso, abbiamo acquisito ulteriore prestigio e visibilità. Tutti vorrebbero un Festival come il nostro, noi che abbiamo la fortuna di averlo, perché dovremmo farlo morire?”.
“Con il Vox Mundi sono aumentate le presenze turistiche – continua il candidato a sindaco Eva Bonini –, in costante crescita a Magliano. Ci sono turisti da tutta Italia che prenotano le vacanze nelle nostre strutture proprio per seguire il festival. Musica di qualità, enogastronomia e valori etici importanti, come l’integrazione e l’accoglienza, sono le caratteristiche vincenti di questo Festival che è molto apprezzato anche dai maglianesi. Sono proprio loro ad aver contribuito al successo dell’operazione di crowdfunding che si è chiusa ieri, raggiungendo 5mila euro, grazie a numerose donazioni che sono arrivate dal territorio, a conferma che, in molti, a Magliano, credono nell’importanza di tenere in vita il Festival.
Il Vox Mundi è un modello ‘resistente’ perché non interamente sostenuto dalle istituzioni. La sua forza è nel prodotto culturale offerto, gli sponsor privati, i biglietti venduti. Arretrare nel settore delle manifestazioni culturali sarebbe un tragico errore in controtendenza nazionale, indice di un modello politico che si chiude in se stesso e rinuncia alla qualità, sarebbe come gettare via il lavoro e le risorse investite per anni, consegnarle alla concorrenza di altri luoghi, fare molti passi indietro“.