Fabrizio Rossi, capogruppo di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale nel Consiglio comunale di Grosseto, commenta il rimpasto delle deleghe all’interno della Giunta guidata dal sindaco Bonifazi:
“Più che di un rimpasto si può parlare di fallimento. Nemmeno la più gattopardesca delle manovre, ovvero sia lo sparigliamento delle deleghe riesce a confondere il fallimento di questa Giunta comunale targata ‘BB’, Bonifazi-Borghi. Tentativo arduo, se si pensa all’immobilismo o alle giravolte sui maggiori temi di attualità di questi ultimi anni”.
“‘Sparigliare’ le carte, in questo caso le deleghe, è soltanto un modo furbesco per confondere i meno avveduti da un lato e non creare problemi di equilibri interni al Pd dall’altro – continua l’esponente di Fratelli d’Italia -. Il Pd e solo il Pd ha richiesto di regolare i conti anche in Giunta. Ora sono 7 su 9, compreso il sindaco, a rappresentare il Pd in Giunta. Come non notare che la coalizione di centrosinistra è negli anni diventata monocolore Pd con gli ingressi di Tei e Ceccarelli nel Pd e in consiglio con Buzzetti e Rosini”.
“Se le deleghe di Monaci sono quasi le medesime così come quelle di Cerciello, è piuttosto facile comprendere come il rimpasto sia piuttosto una certificazione del fallimento di alcuni settori chiave del Pd – prosegue Rossi -. In primis, il nuovo assessore al sociale Goretti (alla quale auguriamo un buon lavoro), prende il posto del suo predecessore Ceccarelli che, in tandem con il vice sindaco Borghi, ha creato non pochi imbarazzi sui servizi scolastici e sulla questione dei riscatti nelle aree Peep. La maggioranza su queste vicende ha vacillato non poco, accumulando proteste e figuracce in serie nell’arco di questi anni di consiliatura e togliere le deleghe a Ceccarelli è certamente la certificazione del fallimento su quelle tematiche. Così per il turismo e per gli affari animali, che hanno mandato spesso in fibrillazione le varie anime del Pd”.
“Accontentato quindi il manuale Cencelli, rimane un dato incontestabile – conclude Fabrizio Rossi -. In un periodo nel quale il Comune di Grosseto ha aumentato la tassazione locale ed era intenzionata a vendere i gioielli di famiglia (farmacie comunali in primis) pur di far quadrare i conti, l’ente aumenta le poltrone nella speranza che qualcuno possa archiviare un giro di boa di mandato, decisamente negativo per Grosseto e per i grossetani”.