Libera scelta dei genitori sul cognome da attribuire al proprio figlio. E in caso di disaccordo, prevalenza al cognome della madre. Quando poi il figlio diventerà maggiorenne, potrà scegliere liberamente se cambiare cognome.
E’ questa la proposta di legge presentata dall’onorevole di Sel Marisa Nicchi all’indomani della sentenza della Corte europea di Strasburgo che ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendo negato ai due la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre anziché quello del padre.
Secondo la proposta di legge, che approderà in Parlamento nelle prossime ore, al momento della nascita del figlio i coniugi potranno scegliere liberamente quale cognome attribuire al proprio figlio. Potrà essere assegnato il cognome del padre, quello della madre o anche entrambi i cognomi nell’ordine che i genitori preferiscono. In caso di disaccordo tra i coniugi, avrà la prevalenza il cognome della madre, ed “è questo un importantissimo elemento di novità – spiega Marisa Nicchi – perché contrassegna il ruolo essenziale della madre nella filiazione e dunque il definitivo superamento della pregressa disparità”.
Infine, sempre secondo la proposta di legge, quando il figlio avrà compiuto il diciottesimo anno di età, potrà scegliere in totale autonomia se conservare il proprio cognome o cambiarlo. Una possibilità, questa, che “avvicina l’Italia al resto del mondo – dichiara l’esponente di Sel –. Basti pensare al neoeletto sindaco di New York, che ha legalmente cambiato il cognome, prendendo quello della madre, De Blasio, soltanto nel 2001. Per non parlare di Marilyn Monroe, che ha scelto il cognome della madre per la sua carriera nonostante originariamente si chiamasse Mortenson”.