Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Sel provinciale sulla situazione dell’autostrada tirrenica:
“Mentre il Pdl dichiarava di uscire dalla maggioranza governativa, l’autostrada tirrenica entrava nelle stanze del Cipe per l’ultimo stravagante episodio collegato ad un’infrastruttura che presenta molte ombre e nessuna luce.
Venerdì 27 settembre, il Cipe eliminava infatti un’errata corrige, inserita in Gazzetta Ufficiale ad aprile 2013 e che modificava la delibera 85/2012 (quella dell’approvazione definitiva del tracciato).
La motivazione, secondo le dichiarazioni del ministro Lupi, sarebbero che tale correzione ‘impediva’ la bancabilità del piano. Un’errata corrige insomma non di dettaglio. La domanda però ci nasce spontanea: non è che il piano finanziario dell’autostrada tirrenica non sta più in piedi e le banche si sono chiuse a riccio? Non è che alla luce dei nuovi valori di traffico – sostanzialmente calati – i conti non tornano più e di conseguenza anche le banche, in attesa dell’eventuale nuovo piano finanziario, hanno chiuso le tasche? Quali sono le banche che dovrebbero finanziare l’autostrada?
Effettivamente ci parrebbe lecita la preoccupazione da parte degli istituti di credito. Maggiormente preoccupati però siamo noi che ci troviamo di fronte ad un progetto che per risparmiare il più possibile passa sopra la testa dei cittadini, con un impatto sociale, ambientale (anche dal punto di vista idraulico ed idrogeologico) ed economico spaventoso. Un progetto che tra l’altro non prende in considerazione la delicatezza ambientale di certi contesti (ad esempio in Loc. Guinzone, Orbetello Scalo e Pitorsino), mentre secondo noi sarebbe opportuno verificare preventivamente, anche per non ritrovarsi con problemi difficilmente risolvibili, le conseguenze di interventi pesanti nella fase di cantierizzazione, come ad esempio l’escavazione delle terre. Un progetto che evidentemente ormai non ha più un senso, mentre un senso l’avrebbe se Anas mettesse risorse per la sicurezza dell’Aurelia.
Insomma, un’altra vicenda oscura che aleggia su questo progetto che di ombre ne ha molte. Come l’aumento degli anni di concessione in favore di Sat, l’eliminazione del subentro a carico dello stato, l’accantonamento di un progetto preliminare da 3,8 miliardi di euro sostituito da un definitivo di 2 miliardi (privati), etc.. Vicende queste che dovrebbero far riflettere.
E noi di Sel una riflessione la facemmo anche nel luglio del 2012, nel silenzio più completo di tutti i partiti, quando in pochi giorni, forse per coincidenza, 3 figure fondamentali per la valutazione dell’autostrada tirrenica furono ridimensionate nei rispettivi ruoli: in Sat l’arch. Pietro Pettini fu escluso dal Cda come unico rappresentante del territorio della Maremma; in Regione Toscana, ad Annarita Bramerini furono tolte le deleghe della Via e della Vas, e Fabio Zita, membro commissione Via nazionale, fu allontanato dal proprio settore di competenza. Se queste figure fossero rimaste al proprio posto, cosa sarebbe cambiato?
Ma forse l’ombra più grande è rappresentata dalla figura di Antonio Bargone, ex deputato e sottosegretario nei governi Prodi e D’Alema, Presidente di Sat (concessionario dell’autostrada) e al tempo stesso Commissario di Governo (per la realizzazione dell’autostrada), nominato dal governo Berlusconi, che aveva come ministro delle infrastrutture Altero Matteoli (allora anche sindaco di Orbetello).
Bargone, lo scorso agosto, smentì i nostri consiglieri provinciali Valentino Bisconti e Tiziano Baldanzi che denunciarono la presenza di un nuovo progetto che passava sopra la collina dell’Osa; i fatti invece hanno smentito lo ‘smentitore’, il quale, crediamo, non favorendo il confronto con le istituzioni locali, non è più nelle condizioni di ricoprire il ruolo di Commissario governativo, tra l’altro in un evidente conflitto di interessi (controllato e controllore di se stesso)”.