Home GrossetoPolitica Grosseto Conferenza programmatica provinciale Cgil, Renzetti: “Creare e salvare il lavoro è la strada per superare la crisi”

Conferenza programmatica provinciale Cgil, Renzetti: “Creare e salvare il lavoro è la strada per superare la crisi”

di Roberto Lottini
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Come difendere e creare nuovo lavoro in provincia di Grosseto, e soprattutto come entrare nel merito del nuovo approccio sindacale per ottenere questi risultati?

Sono i due binari paralleli lungo i quali si è mosso questa mattina il segretario generale della Cgil, Claudio Renzetti, nell’illustrare la propria relazione nel corso della Conferenza territoriale di programma della Cgil per il “Piano del lavoro”. Una relazione che introduce più di una rottura di continuità.

In primo luogo Renzetti ha individuato “settori e comparti economici sui quali puntare in questo territorio per tornare a crescere e creare occupazione: a partire da ciclo integrato dei rifiuti, riqualificazione edilizia in chiave di risparmio energetico, sfruttamento delle biomasse per produrre energia elettrica e termica, riqualificazioni ambientali e nuovo welfare”.

Perché l’obiettivo del sindacato, in coerenza con il rafforzamento del NidiL-Cgil (nuove identità di lavoro), è “quello di rispondere a un ragazzo o a una ragazza che oggi guardano a noi con diffidenza: ‘non ti promettiamo di riuscirci, ma ti promettiamo di essere quel luogo e quello spazio dove puoi provare a farlo insieme a noi’”.

Se la difesa e la creazione di nuovi posti di lavoro come sostanziale antidoto alla crisi in alternativa al rigore finanziario, rimane il “mantra” della Cgil, nella relazione del segretario si legge in controluce la volontà di un più deciso cambio di passo rispetto all’atteggiamento “politico” del sindacato, partendo da un presupposto: “A dispetto di chi dipinge la Cgil come un ostacolo a modernizzare e cambiare questo Paese, ricordo che in Toscana,– afferma Renzetti a livello aziendale, in un anno abbiamo sottoscritto più di 50.000 accordi difensivi; e spesso li abbiamo sottoscritti da soli, nella colpevole assenza o indifferenza delle altre organizzazioni sindacali”.

Inoltre, nella consapevolezza che la ripresa è di là da venire, che non porterà occupazione e che probabilmente nei prossimi mesi mancherà “la copertura per la cassa integrazione in deroga”, secondo Renzetti è decisivo che “a fronte delle diseguaglianze sempre più macroscopiche e all’impoverimento di lavoratori e ceti produttivi, siamo tutti consapevoli che in questa fase di resistenza l’attività contrattuale è fondamentale soprattutto ai fini della difesa occupazionale”.

Ragionamento che significa “rompere anche con la velleità dell’autosufficienza, senza che questo generi contraddizioni o spinga la Cgil ad essere subalterna. Perché se è vero che governi amici non esistono, tuttavia è chiaro che nei programmi elettorali che stanno circolando la questione del lavoro non è presente da tutte le parti allo stesso modo”.

Auspicando nella propria relazione un “governo forte e legittimato da un ampio consenso dei cittadini”, il segretario generale della Cgil maremmana non si è sottratto all’onere di “fare la proposta di un piano di lavoro che declini i nostri obiettivi sindacali, da proporre a istituzioni e controparti sociali”.

Poi, ricordando che la Camera del lavoro di Grosseto ha chiuso il 2012 con 422 nuovi iscritti, Renzetti si è chiesto se “i risultati contrattuali siano altrettanto soddisfacenti”, sottolineando che a fronte delle tre funzioni principali del sindacato – orientare l’assetto politico più vicino a chi si rappresenta, offrire servizi e fare contrattazione – “quella fondamentale rimane la contrattazione”, e che va scongiurato “il rischio di polarizzare i comportamenti tra due eccessi: non firmare accordi, cercando una via di fuga di fronte a problemi complessi, oppure consegnare ad una nuova fase politica tutte le aspettative della Cgil”.

Chiudendo la propria relazione, Renzetti ha ammonito che “molte delle aziende che vogliono rimanere in vita faranno le ristrutturazioni, e che bisogna essere consapevoli che le minori risorse ci porteranno a ripensare per intero l’offerta del welfare”.

In questo quadro, ha concluso il segretario generale della Cgil “noi non possiamo pensare di diventare il sindacato di quello che ci garberebbe, perché il contesto non si può scegliere e quello che saremo domani dipende da quello che si farà oggi”. Motivo per cui “bisogna essere consapevoli che se si privilegia il lavoro dobbiamo venir meno a determinati principi. Come avvenuto nel caso della stabilizzazione fatta a Piombino con la nostra firma, di numerosi giovani operai metalmeccanici. Con i soli principi, infatti, sarebbero andati tutti a casa. Il problema di dire sempre di no e non guardare le conseguenze, quindi, apre a più di una contraddizione”.

“Con questi chiari di luna non c’è mai una soluzione facile, – ha terminato Renzetti ma va affrontata; oggi siamo in questo mondo, e la crisi lo ha cambiato per sempre, prima ce ne rendiamo conto e prima entriamo in sintonia con quello che ci chiedono le persone.”

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