Grosseto. E’ un Marco Simiani comunque soddisfatto quello che è intervenuto ai nostri microfoni.
“Un buon risultato, anche se credevo ci fosse una maggiore affluenza. Ho fatto il massimo contro la gran parte del partito che si era schierato con il mio sfidante, Luca Sani”.
E’ stata questa la chiave della vittoria di Sani?
“Il forte radicamento del partito e l’influenza e l’appoggio di molti personaggi politici della città hanno fatto la differenza”.
1 commento
Ma certo che è questa l’autentica chiave di lettura..!! Il tempo e particolarmente la tornata elettorale diranno se sarà stata giusta anche come chiave di scrittura …Ci sono infatti diversi aspetti da considerare, prima di usare toni trionfalistici come già qualche esponente del PD ha usato per sottolineare il successo del deputato uscente.Sarebbe interessante, ad esempio, conoscere ( ma non lo sapremo mai, è ovvio, anche per ragioni di privacy) la composizione del voto.Mi spiego meglio.Quanti iscritti al PD hanno votato?Quanti di loro hanno espresso consenso per Sani e quanti per Simiani?Quanti “non iscritti” hanno votato?Quanti fra di loro hanno votato Sani e quanti Simiani?
La vittoria di Sani era una vittoria fin troppo annunciata.Al punto da poter affermare che solo un entusiasta come Marco Simiani avrebbe potuto accettare una competizione del genere nelle condizioni logistiche in cui si presentava..! Ma si sa che , alla distanza, l’entusiasmo paga, mentre una strenua difesa delle posizioni non sempre si traduce in un loro consolidamento…Dicevamo, impresa eroica quella di Simiani. Perchè l’apparato che governa a livello provinciale ( a tutti i livelli, compresi quelli delle “partecipate”,il presidente della Provincia, il deputato regionale, il segretario provinciale) ha serrato intorno a Sani i ranghi del proprio “corpo elettorale” , presumibilmente con ancora negli occhi lo spettro dell’ inattesa sconfitta del primo turno delle primarie per la scelta del candidato premier.Marco è un giovane entusiasta e questo fa di lui , nonostante i numeri gli abbiano alla fine dato torto, il vincitore morale della consultazione.L’aver sollevato un’ondata di entusiasmo praticamente soltanto con quella faccia aperta e gioviale, con quelle strette di mano che rivelano una grande forza fisica e morale, è stata la vera novità di una consultazione che, già nei numeri di partecipazione,ridimensiona l’effetto originario delle primarie.Insomma.Marco ha resuscitato la speranza in un modo diverso di fare politica all’interno del PD e poco rileva se la “ragion di stato” di una maggioranza del partito tutta allineata sulla formula bersaniana scarsamente propensa al rinnovamento dei quadri lo ha momentaneamente fermato.Come tutti i giovani ha forse peccato di ottimismo ed ha pagato per ingenuità.Ma se fossi l’apparato dominante , pur soffermandomi a ragione sul successo del deputato uscente, mi preoccuperei, e di molto, per il largo consenso “comunque” riportato da Marco Simiani, pressochè isolato e senza il sostegno del vertice del partito.Mi preoccuperei anche in relazione a “dove” Marco ha riportato i consensi.Un dato significativo.Il comprensorio amiatino , dove Simiani ha letteralmente stravinto.Il successo di Sani è netto solo nel suo feudo, le Colline Metallifere, ma se si osservano i dati di Follonica e Gavorrano ( due comuni di indiscutibile peso elettorale) non mi pare che abbia argomenti, nel dato complessivo,per stare troppo tranquillo.Ritorneremo sull’argomento,perchè è stimolante.Intanto perchè mi ricorda come venne trattato il precedente deputato uscente , cui non vennero offerte le medesime opportunità offerte all’attuale ( ed il voto dell’Amiata mi sembra possedere, a distanza, il sapore di una “vendetta”, che, se non deve preoccupare il candidato adesso, lo devrebbe invece in vista dell’appuntamento elettorale vero e proprio).Il secondo e conclusivo rilievo riguarda, ancora una volta, il voto del capoluogo.A prescindere dal fatto che su un totale di 3158 voti validi Simiani, senza sostegni di apparato, ne ha riportati 817 ( circa il 26%) , risalta ancora una volta il fatto che il PD grossetano, pur in una strategia convinta e apprezzabile di continuità nella linea politica nazionale bersaniana e pur conscio che l’elettorato PD del capoluogo, per la quantità dei voti che esprime sul totale complessivo dei consensi al PD su base elettorale, è determinante nella elezione del deputato, preferisce la riconferma del deputato uscente anzichè appoggiare un candidato che ha ben più solidi radici nel territorio grossetano, non solo in termini di formazione e militanza politica ma anche e particolarmente in termini di imprenditorialità e di notorietà.Il partito si mostra miope e in cuor nostro ci auguriamo che la irresoluta scelta di puntare sul deputato uscente ( con Franci non fu altrettanto, se ben ricordate..) non si traduca in emorragia di voti, perchè Grosseto democratica ha sacrosanto diritto di rivendicare la propria “partnership” sulla base della propria indiscussa forza elettorale , superiore a quella di tutte le altre zone del comprensorio provinciale.