Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Laura Cutini, Capogruppo del Gruppo misto di minoranza nel Consiglio provinciale, sulle polemiche, nate in ambito politico, in merito al riordino delle Province:
“Il dibattito sul futuro dell’Ente provincia di Grosseto sta diventando quotidiano, ma ancora lontano dalle soluzioni che merita il nostro territorio.
E’ auspicabile che anche altri soggetti contribuiscano a tenere alta l’attenzione: sarebbe importante conoscere, per esempio, le posizioni dei Sindaci della nostra provincia come hanno già fatto alcuni.
Leggendo le posizioni espresse, mi rendo conto che ci sono interessi diversi ed anche la totale disinformazione di ciò che la Provincia di Grosseto rappresenta in termini di economia, gestione del territorio, emergenze ambientali, ma la maggior preoccupazione è che su questo tema si consumino rancori e posizioni esclusivamente partitiche.
Il dibattito sull’abolizione delle province è sempre stato affrontato nello stile della “tifoseria da stadio”, con polemiche basate su rivendicazioni di protezione assoluta, lontane da metodi che affrontano, con la razionalità necessaria, un intervento di riforma strutturale, non più rimandabile, ma che riesca a conciliare le necessità di un territorio, la sua storia, la sua autonomia decisionale con le verifiche e i limiti di spesa pubblica obbligatorie, in un momento di crisi economica come sta vivendo il nostro Paese.
Il riordino si è reso necessario per il proliferare di province, sotto dimensionate, di recente formazione (Barletta-Andria-Trani – Ogliastra – Medio campidano) e per non aver mai realizzato quanto veniva indicato negli anni ’70 con la creazione delle città metropolitane.
Se non ci fosse stato il Decreto sulla “spending review”, non avremmo mai sentito parlare della provincia di Roma – Milano – Firenze, nè avremmo conosciuto i nomi di alcuni presidenti.
La loro impronta territoriale corrisponde quasi alla dimensione del Capoluogo, pertanto l’attuazione delle “città metropolitane” è più semplice di accorpamenti e riordini delle province con il metodo dell’area vasta.
La posizione della provincia di Grosseto è complicata ed è andata peggiorando dopo l’affermazione del Presidente della Regione Rossi, anche se giorno dopo giorno mi sembra sempre meno isolata, in quanto ricette trasversali vedono accorpare Grosseto con Siena.
Non credo che un’operazione come questa possa passare senza che le rispettive comunità presentino le proprie richieste, se poi dobbiamo applicare la legge senza deroghe allora Grosseto ha il timone in mano ed è capoluogo senza condizionamenti dettati e studiati nelle stanze dei partiti.
L’impegno richiesto alla politica è di garantire il dibattito e la partecipazione delle rappresentanze economiche e sociali, ma soprattutto la garanzia dell’autorevolezza con la quale far valere le nececessità del nostro territorio, che non sia la solita merce di scambio per interessi propri, altrimenti “al danno seguirebbe la beffa””