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Stagione turistica in Maremma: dati e numeri del sondaggio di Confesercenti

di Redazione
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Grosseto. Torna per la seconda edizione il sondaggio proposto a fine estate da Confesercenti Grosseto in qualità di associazione di categoria operante nel territorio maremmano, per tastare il polso al tessuto produttivo locale.

“Il numero delle attività produttive che hanno risposto al nostro appello si sono incrementare di alcune unità rispetto al 2023, superando la quota di 250 quasi raggiunta lo scorso anno, con oltre 5.600 risposte raccolte alle domande del questionario – si legge in una nota dell’associazione -, vedendo incrementato di oltre il 10% il numero degli imprenditori che hanno completato il questionario in ogni sua sezione, anche facoltativa”.

La torta rappresentante la composizione della platea degli intervistati ha visto il ridursi del peso delle strutture ricettive (pari al 36% nel 2023 ed al 26% nel 2024) ed un maggior peso del mondo della ristorazione (circa il 12% nel 2023 rispetto a quasi il 21% nella seconda edizione) e dei pubblici esercizi (13% vs 18% circa).

Nella distribuzione geografica rimane, rispetto alla prima edizione del sondaggio, la percentuale maggiore di risposte proveniente da attività situate nel comune di Grosseto (circa il 41% come nel 2023) e crescono le risposte ricevute dai comuni dell’entroterra, e precisamente dall’Amiata grossetana e dalleColline dell’Albegna, a discapito delle aree interne della zona nord della provincia, ovvero le Colline Metallifere.

Di seguito, il dettaglio del livello di soddisfazione degli imprenditori intervistati:

 

Non soddisfacente

Soddisfacente Molto soddisfacente
Presenze turistiche 48% 44%

8%

Consumi

50% 47% 3%
Ricavi 55% 41%

4%

Come nel 2023, il livello di insoddisfazione cresce nella conta del ‘cassetto’ a fine estate, ma sottolineare che nel 2023 il livello di insoddisfazione aveva raggiunto il livello del 64%, in poche parole la doccia è stata meno ‘fredda’ nella stagione appena trascorsa, dichiarando scelte organizzative della stagione estiva maggiormente prudenti.

Di seguito, il dettaglio delle singole categorie secondo il livello di soddisfazione registrato (sono escluse le categorie con una percentuale minima di risposte raccolte):

Categorie

Non soddisfatti Soddisfatti o molto soddisfatti
Negozi 70%

30%

Pubblici esercizi

64% 36%
Ristorazione 56%

44%

Stabilimenti balneari

50% 50%
Strutture ricettive 45%

55%

Stessa classificazione, ma differenziando per zone:

Zone territoriali

Non soddisfatti Soddisfatti o molto soddisfatti
Grosseto 66%

34%

Colline Metallifere

61% 39%
Colline dell’Albegna 57%

43%

Orbetello e Argentario

55% 45%
Amiata Grossetana 45%

55%

Follonica

39% 61%
Castiglione della Pescaia 31%

69%

Anche nel 2023, la zona costiera del nord della provincia (Castiglione della Pescaia e Follonica) registrata i livelli più alti di insoddisfazione rispetto ai ricavi registrati la scorsa estate, ma, in questo 2024, il rapporto fra le aspettative e la realtà sembra aver lasciato più ‘feriti’ nella costa grossetana e nella zona interne delle Colline Metallifere e dei comuni dell’Albegna.

Interessante notare la differenza dei livelli di soddisfazione registrati attraverso il sondaggio fra territori distanti pochi chilometri, come Castiglione della Pescaia e Grosseto.

Con un occhio ai due ambiti turistici, in media gli operatori della Maremma Nord si dichiarano non soddisfatti al 44% dei ricavi raggiunti contro il 62% della Maremma Sud.

Di seguito uno sguardo alla condivisione o meno degli operatori sulle seguenti affermazioni dibattute durante la stagione turistica maremmana, soprattutto nel 2023:

% % % %
Il livello dei prezzi applicati al consumatore finale ha ridotto la propensione al consumo del turista 26 48 21

4

Le presenze turistiche sono state sufficienti ed il problema principale è stata la scarsa propensione ai consumi

46 43 8 3
La riduzione delle presenze turistiche fino al mese di luglio compreso è stato il principale problema dell’estate 2024 20 45 32

3

Dopo la pandemia l’offerta turistica maremmana ha ridotto la sua attrattività per il turista

32 33 28 6
L’offerta turistica maremmana è ancora attrattiva per il turista italiano 31 45 19

5

L’offerta turistica maremmana è ancora attrattiva agli occhi del turista straniero

18 45 33

4

Rispetto al 2023 sembra esserci fra gli operatori maggiore consapevolezza sulla necessità di garantire l’attrattività verso il turista straniero.

“Con un occhio al dato disaggregato per categorie, registriamo punti di vista diversi fra le strutture ricettive e le attività preposte ad assorbire i consumi conseguenti ai flussi turistici (ristorazione, pubblici esercizi, negozi di vicinato, stabilimenti balneari, …) – continua la nota di Confesercenti –. Il 58% delle strutture ricettive non concorda rispetto la seconda osservazione relativa alle presenze turistiche, mentre il livello di disaccordo scende al 42% guardando all’opinione degli altri operatori. Esattamente come registrato nel 2023, vi è un giudizio prevalentemente negativo fra gli operatori rispetto alle politiche ed azioni di sviluppo turistico”.

Di seguito il dettaglio e un raffronto con il 2023 rispetto alle principali criticità indicate dagli operatori:

Pessimo e insufficiente 2023 Pessimo e insufficiente 2024
Politiche di sviluppo turistico condotte dall’ente locale 86,5%

76,3%

Impiego degli operatori turistici nel continuo miglioramento ed innovazione della propria offerta

68,5% 55,3%
Promozione del territorio online ed offline 77,5%

61,9%

Impiego degli introiti dell’imposta di soggiorno a favore dello sviluppo turistico 81,5%

82,3%

Da sottolineare che vi è stato un netto miglioramento relativamente al giudizio sulle politiche di sviluppo turistico condotte dall’ente locale, ma vi è un incremento del livello di critica nei confronti dell’impiego dell’imposta di soggiorno a favore dello sviluppo turistico.

Una pagella con voto insufficiente attributo dagli operatori rispetto le politiche di rete pubbliche e private che non sembrano differenziarsi rispetto ai territori, ad eccezione dell’Amiata grossetana, dove l’insufficienza rispetto alle politiche di sviluppo promosse dagli enti pubblici e l’impiego a tal fine degli introiti dell’imposta di soggiorno si ferma al livello del 45,5%.

Alla domanda su quali sono le principali criticità affrontate dagli operatori nella stagione estiva appena conclusasi, si denota un coro unanime fra le diverse categorie, volto a sottolineare le seguenti problematiche con un ordine d’importanza poco variato rispetto al 2023.

Ǫuesta la classifica:

  1. elevati costi da sostenere non adeguatamente compensati dai ricavi;
  2. concorrenza sleale non adeguatamente regolamentata;
  3. flusso turistico concentrato in poche settimane con difficoltà di programmazione;
  4. carenza dei consumi con conseguenti ricavi non adeguati.

“In qualità di sindacato di categoria non possiamo fare a meno di mettere in evidenza, che a ‘cliccare’ la ‘concorrenza sleale non adeguatamente regolamentata’ come seconda criticità hanno contribuito soprattutto le risposte delle strutture ricettive, rispetto il grigio mondo degli affitti brevi non professionali, che interessa molto le molte seconde case – continua Confesercenti -. Per quanto riguarda invece la categoria dei ristoratori, si punta il dito verso le feste e sagre del territorio, troppo spesso proposte non come manifestazioni temporanee con somministrazione di tipicità locali, ma come ristoranti estivi aperti ogni fine settimana da fine giugno ad inizio settembre. Sulle ricette future, gli operatori rispetto al puntano maggiormente il dito nel cliccare il necessario investimento nelle infrastrutture pubbliche ed il maggiore investimento per la comunicazione e la promozione del brand Maremma Toscana. In linea con le risposte registrate nel 2023″.

Di seguito il dettaglio:

Maggiore investimento per la comunicazione e promozione del brand Maremma Toscana

 

41,60%

 
Iniziative di incoming condotte in partnership fra pubblico e privato

12,10%

 

Organizzazione di grandi eventi per allungare la stagione balneare

31,50%  
Iniziative di rete per strutturare ed ampliare l’offerta turistica locale ed allungare la stagione estiva

40,30%

 

Investimento su infrastrutture adeguate (strade, porti, aeroporto, ferrovia)

50,30%
Altro 6,70

%

Infine, fra gli operatori dei diversi territori della provincia di Grosseto sembra unanime che fra i vari prodotti turistici verso i quali strutturare i maggiori sforzi di sviluppo, il principale deve essere per lo sviluppo del turismo enogastronomico: infatti fra il classico turismo balneare, il turismo sportivo ed outdoor, il turismo culturale ed il turismo lento (entroterra, borghi e natura), la preferenza ricade proprio sull’enogastronomia ed è da sottolineare che tale risultato scaturisce anche al netto delle categoria maggiormente ‘sensibili’ ed interessate, ovvero ristoratori, titolari di pubblici esercizi, aziende agricole e cantine con somministrazione, e servizi turistici.

I commenti

Sono i negozianti i meno soddisfatti della stagione appena trascorsa (70%), seguiti dai pubblici esercizi. Quelli per cui le cose sono andate meglio sono i rappresentanti delle strutture ricettive (45% gli insoddisfatti).

Se invece guardiamo alla situazione per zone, i meno soddisfatti sono gli esercenti del comune di Grosseto (66%), seguiti da Colline Metallifere (61%). Dove le cose sono andate meglio Castiglione della Pescaia (solo il 31% è insoddisfatto) e Follonica (39%).

«Purtroppo c’è meno propensione al consumo – afferma Gianluca Soldateschi, presidente provinciale di Assoturismo Confesercenti –, una cosa che hanno sentito soprattutto i negozianti. Mentre la metà di stabilimenti balneari e strutture ricettive è soddisfatta. Per quanto riguarda le presenze, si è avuta una leggera flessione di italiani e un aumento di stranieri, che tra l’altro sono più propensi alla spesa. C’è da dire che il turista spende diversamente rispetto al residente. Cerca qualcosa da riportare a casa, un ricordo, un souvenir dell’esperienza fatta. E questa ad esempio è una delle cose che nella città di Grosseto è impossibile comprare, non ci sono negozi di souvenir e prodotti tipici».

Soldateschi fa anche un’analisi dei prezzi: «Non sono bassi, ma neppure così alti rispetto ad altre località. Diciamo che più dei prezzi bisogna guardare l’offerta: il turista disposto a spendere vuole un servizio all’altezza, sia dal pubblico che dal privato. O ci rivolgiamo ad un altro turismo, tipo Riviera Romagnola, per cui non abbiamo però le infrastrutture, o alziamo il livello dei servizi. Un problema è che da noi si arriva difficilmente per la carenza di infrastrutture e collegamenti e la mobilità interna è insufficiente con centri poco o nulla collegati con i mezzi pubblici. Se questo ci ha favorito consentendoci di tutelare un territorio selvaggio a poco antropizzato rendendoci attrattivo, dall’altro lato rischia di diventare un boomerang».

«Se a Grosseto c’è scarsa soddisfazione, a Castiglione la situazione si inverte (il 69% è soddisfatto) – afferma il direttore di Confesercenti, Andrea Biondi –. Su Grosseto si ha un turismo nazionale (che ha contratto i consumi), mentre su Castiglione molti sono gli stranieri che hanno una maggior capacità di spesa. Tra l’altro, i tempi di soggiorno si accorciano, cosa per cui sono più preparate le strutture ricettive rispetto alle seconde case».

A Marina di Grosseto il pubblico è quello delle famiglie di provenienza nazionale, che ha minori disponibilità, mentre a pochi chilometri, ovvero a Castiglione della Pescaia, esiste un pubblico diverso, turisti con maggior possibilità di spesa. Un target totalmente diverso; il turismo che risente di più della crisi economica e dei consumi è chiaramente quello medio basso.

«Un’annata sicuramente non felice anche se rispetto al 2023 eravamo preparati – prosegue Biondi. Emerge sicuramente un giudizio negativo da parte di otto esercenti su dieci sull’utilizzo della tassa di soggiorno e sulle politiche di sviluppo turistico degli enti locali. Le strutture ricettive lamentano poi la concorrenza sleale da parte delle seconde case non regolamentate. Come i ristoratori lamentano la stessa cosa verso feste e sagre che, invece di essere eventi temporanei di proposta di tipicità locali, si presentano come ristoranti estivi aperti nei fine settimana da giugno a settembre. In generale, tutti chiedono investimenti sulle infrastrutture oltre che autobus e treni, oltre a un maggior investimento sull’unico brand Maremma Toscana puntando sul turismo enogastronomico».

«Se il futuro non può prescindere dal mantenimento dell’identità culturale, dobbiamo essere consapevoli che il 78% del nostro turismo è balneare. Detto questo, non possiamo pensare di continuare a campare di rendita. La pianificazione (di eventi, spettacoli, escursioni, esperienze, degustazioni) va anticipata di mesi. Chi prenota una vacanza a ottobre per l’estate, deve poter prenotare anche i pacchetti, purtroppo invece la Maremma ha scarsità di servizi accessori. Il programma per l’estate 2025 esce a maggio. Ci sono località turistiche che lo hanno già alla fine della stagione estiva per l’anno successivo», conclude Gianluca Soldateschi.

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