Home Economia Balneari, Confartigianato: “Dopo un’estenuante attesa arriva una pessima soluzione”

Balneari, Confartigianato: “Dopo un’estenuante attesa arriva una pessima soluzione”

Andrea Fidanzi, presidente regionale e provinciale di Confartigianato Imprese demaniali, commenta con amarezza e delusione la soluzione che il Governo

di Redazione
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Grosseto. Andrea Fidanzi, presidente regionale e provinciale di Confartigianato Imprese demaniali, commenta con amarezza e delusione la soluzione che il Governo ha individuato per risolvere l’annosa questione dei balneari: “Eravamo coscienti che l’adeguamento alla Direttiva Bolkestein avrebbe prima o poi cambiato l’attuale sistema delle concessioni. Era evidente che avremmo dovuto affrontare le evidenze pubbliche, c’era la disponibilità a rivedere gli importi dei canoni, a mettersi in gioco con una progettualità più dinamica, a non dare per scontato il diritto di insistenza.

Ma la soluzione partorita da questo Governo dopo un lunghissimo silenzio, promesse eclatanti e iniziative ai limiti della credibilità, è veramente incomprensibile. La questione più grave e totalmente inaccettabile è relativa al criterio di indennizzo al concessionario uscente.

Per rendere chiaro il concetto, qualora un concessionario dovesse perdere la propria concessione si vedrebbe costretto a cedere forzosamente la propria azienda al subentrante, azienda che, pur insistendo su un terreno pubblico, deve indubbiamente essere considerata proprietà di chi l’ha creata e gestita. Nel momento in cui dovesse venire acquisita da un nuovo proprietario, essa avrebbe un valore ben preciso, formulato sulla base di chiare norme contabili e fiscali alla luce della sua redditività, del patrimonio di clientela e della reputazione acquisita, nonché del valore commerciale delle strutture e delle attrezzature. Nelle operazioni di compravendita l’Agenzia delle Entrate accerta il reale valore verificandone la congruenza con le imposte versate mentre, nella norma che il Governo si accinge a varare, il corrispettivo che il subentrante dovrà versare è limitato al valore degli ammortamenti residui e agli investimenti fatti negli ultimi 5 anni e non ancora ammortizzati.

In sostanza, chi dovesse aggiudicarsi la gara, si ritroverebbe un’azienda già avviata, perfettamente funzionante e con un patrimonio di clienti e di notorietà che consentirebbe un’immediata redditività, a fronte della corresponsione di una cifra enormemente inferiore rispetto al valore reale. Secondo me, questa è una mostruosità giuridica, di fronte alla quale tutte le altre amenità contenute nella norma diventano quisquilie.

Un metodo per creare il caos, intasare i Tar di ricorsi, mettere in crisi tutto il sistema di piccoli produttori artigianali, panificatori, pasticceri, distributori alimentari, macellerie, settore ittico… Certamente, le multinazionali e le grandi aziende che entreranno in gioco avranno fornitori centralizzati. E così il nostro sistema turistico e l’economia che ci gravita attorno riceveranno un’ennesima mazzata.”

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