Grosseto. Si avvicina il giorno della protesta degli operatori balneari fissata per il prossimo 9 agosto, quando gli ombrelloni rimarranno chiusi ad inizio giornata, semplicemente per avere l’occasione per spiegare alla propria clientela le ragioni della protesta.
Ragioni che ben vengono illustrate dalle parole di Claudio Pierini, in qualità di presidente di categoria per Confesercenti Grosseto: “La situazione per la categoria è sempre più critica. Dalla ricezione della direttiva Bolkestein oltre 15 anni fa ad oggi, nessuno dei Governi che si sono succeduti è riuscito a produrre una legge volta ad armonizzare i principi europei con la peculiarità del settore balneare italiano. Onestamente parlando, nessun Governo ha mai davvero preso seriamente in mano la questione, solo che più il tempo è passato e più la situazione è peggiorata e si è incancrenita: ad oggi le nostre imprese, e con loro anche le amministrazioni locali, non hanno idea di come saranno rinnovate le concessioni demaniali marittime, e questo a pochi mesi dalla scadenza decretata dalla legge Draghi. Il silenzioso temporeggiare del Governo Meloni è fuori tempo massimo, già adesso la situazione giurisprudenziale del demanio marittimo italiano è nel caos più assoluto, e più tempo passa e peggio sarà. La categoria ha più e più volte manifestato la propria preoccupazione e la propria ansia, e finora non è servito a nulla. Da qui la scelta di passare a nuove forme di protesta, per segnalare ancora una volta l’estrema gravità della situazione in cui versa il comparto balneare”.
Il commento del direttore provinciale dell’associazione, Andrea Biondi: “Sono in ballo non solo i legittimi interessi delle centinaia di imprese familiari che operano nel settore balneare, ma l’intero comparto turistico sarebbe danneggiato se non vi fosse continuità di esercizio. Ormai da anni Fiba Confesercenti porta avanti una posizione responsabile, accogliendo le necessarie procedure di evidenza pubblica per la messa a gara delle concessioni, ma puntando il dito sulla mancanza di regole nazionali relative alla definizione dei punteggi, per evitare di favorire i grandi capitali a discapito delle imprese familiari delle quali siamo rappresentanti, e perché sia riconosciuto il giusto valore economico delle attività in essere e gli investimenti avvenuti, come tra l’altro ha enunciato il Consiglio di Stato nella sentenza di inizio anno, demandando alla riforma dell’articolo 49 del codice di navigazione che prevede l’incameramento senza alcun indennizzo, ma purtroppo al momento non vi sono novità positive a livello governativo, quindi è doveroso, oltre che legittimo, che la categoria illustri alla propria clientela quanto sta accadendo, quella stessa clientela che apprezza i servizi offerti nelle spiagge a concessione, altrimenti semplicemente non le frequenterebbe ogni estate, probabilmente scegliendo altre mete se si perdesse il rapporto di fidelizzazione finora instaurato dal tessuto produttivo locale”.