Grosseto. Cgil e Uil di Grosseto scendono in piazza.
Per giovedì 11 aprile, in piazza f.lli Rosselli (lato banca) a Grosseto, hanno organizzato insieme un presidio che sarà attivo dalle 10 alle 12, per dare eco allo sciopero proclamato a livello nazionale. Lo sciopero, di 4 ore (8 per la categoria degli edili), riguarda tutti i settori privati e pone l’attenzione sulla necessità e sull’urgenza di stipulare un rinnovato patto per la salute e per la sicurezza sul lavoro.
“Un patto che impegni il Governo e le istituzioni tutte nella sottoscrizione di una strategia nazionale di prevenzione e protezione, assente da sempre nel nostro Paese – si legge in una nota dei sindacati -, nonostante le reiterate richieste della Commissione Europea e nonostante sia stata richiamata insistentemente negli anni dalle organizzazioni sindacali confederali”.
“La Cgil scende in piazza per ribadire l’importanza del coinvolgimento e della partecipazione delle parti sociali nella definizione di questa strategia volta alla tutela del lavoro – dichiara la segretaria provinciale Monica Pagni -. La Cgil scende in piazza anche per rinnovare gli impegni mai abbandonati per il sì alla prevenzione e il no alla precarietà, per il sì all’inclusione e il no allo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici straniere. Anche per questo tra le richieste portate dal sindacato c’è una maggiore attenzione sugli appalti e subappalti, l’istituzione del Durc su salute e sicurezza. Ma anche richieste di maggior tutela sulla gestione dei finanziamenti alle imprese e sulla loro qualificazione, sulla formazione e sul rafforzamento della vigilanza”.
“L’impegno del sindacato nella tutela dei lavoratori e del loro impiego, ultimamente, ha dovuto fare i conti con vere e proprie tragedie. Le morti sul lavoro, soprattutto nel settore edile, non sembrano avere interruzione. La notizia degli operai rimasti coinvolti nel crollo del cantiere a Firenze nel febbraio di questo anno è stata seguita da altre simili, ultima quella di ieri. L’esplosione del 9 aprile, nella centrale elettrica di Suviana (Appennino bolognese) è suonata come una triste e amara conferma. Sono morti altri 4 operai – ricorda Monica Pagni -. Ci sono dispersi e feriti. Le morti oramai sembrano coinvolgere squadre intere. La nostra solidarietà va ai lavoratori coinvolti, soprattutto a quelle famiglie che, purtroppo, non vedranno più tornare a casa i propri cari. Scenderemo in piazza anche per loro, chiedendo che si cambi il modo di lavorare e la logica che alcune imprese continuano ad adottare: destinata solo a portare inevitabilmente ancora più morti sui luoghi di lavoro”.
“Investire in sicurezza sembra essere sempre considerato, ancora oggi, solo un costo per le imprese. Ogni impresa e ogni lavoratore però sa che è proprio la sicurezza a essere il presupposto del lavoro stesso – rimarca Pagni – senza sicurezza non si lavora. Si muore. Le norme sulla sicurezza vanno applicate e possibilmente, in tal senso, si deve investire anche in formazione. Così da poter contare su personale addetto qualificato e pronto piuttosto che essere costretti a chiamare chi magari dovrebbe essere in pensione”.
“Le morti sul lavoro si verificano in numerosi settori, quello dell’edilizia rimane il più colpito. I danni oramai non sono più quantificabili e questo vale per tutti i settori – conclude Pagni –. L’edilizia, certo, rimane quello dove si verificano molti incidenti sul lavoro, la caduta dall’alto è uno dei più diffusi. Tuttavia, ci sono numerosi mezzi per prevenirli ed è quasi incredibile che alcuni casi continuino a verificarsi. Morire sul lavoro non è accettabile, per nessuno. Tantomeno oggi, nel 2024, che con tecnologie e impegno potremmo davvero fare la differenza”.