Coline Metallifere (Grosseto). “Sono ormai passati diversi mesi dall’ultimo comunicato dei sindacati (Filcams Cgil) in rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori di Cosvig istituzionale, che tra gli scorsi mesi di giugno e luglio si sono trovati ad affrontare il Fondo di integrativo di solidarietà (Fis), un ammortizzatore sociale attivato non tenendo del tutto conto dei carichi di lavoro nei vari settori. Il Fis tuttavia ha comportato dei sacrifici da parte dei dipendenti, in quanto ha pesantemente ridotto le entrate per famiglie che abitano nei comuni geotermici”.
A dichiararlo, in un comunicato, sono i lavoratori di Cosvig istituzionale.
“Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata – continua la nota -. Il nuovo amministratore unico, nominato a luglio a seguito delle dimissioni del CdA, sta lavorando a un piano di riorganizzazione aziendale che prevede lo scorporo di SestaLab e il riconoscimento di Cosvig come società in-house per i propri soci. Il risultato, si spera immediato, sarebbe il ritorno a CoSviG della gestione del Fondo geotermico e la possibilità di erogare nuovi servizi per i suoi soci. Ad oggi, infatti, la gestione del Fondo è affidata a Sviluppo Toscana, servizio che pare, secondo le voci, preveda un corrispettivo di circa 300.000 € annui, utilizzato per coprire i costi di personale residente fuori dai territori geotermici. Sulla stampa era stato riportato che il piano avrebbe visto l’approvazione verso la fine di ottobre con il conseguente sblocco delle quote sociali (e indispensabili al Consorzio per arrivare al compimento della ristrutturazione), che per statuto i soci, a quanto ci è possibile intendere, sono tenuti a versare ogni anno (fino ad un massimo di 40.000 euro annui per socio), a prescindere dallo stato di crisi o meno in cui versa la società e dallo status di società in house, come anche dalla Regione Toscana”.
“Abbiamo appreso dalla stampa che nel corso dell’ultima assemblea, in cui si dovevano approvare le linee guida per i prossimi mesi, alcuni sindaci hanno manifestato un atteggiamento maggiormente conciliante rispetto al passato, mentre altri pare abbiano mantenuto, anche attraverso dichiarazioni pubbliche, la stessa posizione di chiusura, totale o quasi – prosegue il comunicato –. Linee guida propedeutiche al piano approvate, con il piano, tuttavia, non ancora approvato e/o presentato. Nel frattempo, la regione ha chiesto la restituzione della gestione dell’Accordo Quadro sulla viabilità, che rappresentava una buona parte delle entrate e dei servizi offerti da Cosvig ai propri soci, le quote non sono state versate da alcun socio e il bilancio 2022 non è ancora stato approvato. Altre voci riportano addirittura l’intenzione di alcuni comuni di voler uscire dalla compagine societaria, piuttosto che far fronte al pagamento delle quote societarie. Voci che si aggiungono alle dichiarazioni, da parte di alcuni sindaci in Consiglio comunale che descrivono il Consorzio come ‘una società inattiva da due anni’. Probabilmente tali dichiarazioni non tengono conto dei cospicui utili generati dai servizi di Sesta, dei nuovi finanziamenti europei ottenuti, gli interinali di Cosvig dentro ai comuni, le forniture i servizi ed i lavori affidati per conto dei comuni soci, la gestione dei bandi per conto dei Comuni e alcuni servizi offerti a enti locali fuori dall’area geotermica”.
“Intanto, preoccupa il fatto che alcuni colleghi che ricoprono ruoli giudicati fondamentali per la società se ne vadano via senza essere sostituiti e che altri comincino a guardarsi intorno, cominciando a perdere la speranza in un futuro in CoSviG. Tutto questo senza che la cosa sembri destare, almeno apparentemente, preoccupazione o che si corra ai ripari – sottolinea la nota –. Dopo tanti mesi di agonia per Cosvig, chiediamo ai soci se, al di là dei cavilli normativi, effettivamente esista una vera intenzione, unitaria, di voler salvare il Consorzio e quali tipologie di servizi (oltre alla gestione del fondo geotermico e dell’accordo sulla viabilità, che ci auguriamo possano essere tra i primi progetti che avrà la società dopo lo scorporo di Sesta) i soci abbiano intenzione di affidargli e le risorse umane necessarie per la loro realizzazione. Siamo certi delle buone intenzioni e ottime capacità tecniche dell’amministratore Masala per far evitare al Consorzio la strada della liquidazione, ma non abbiamo altrettante certezze sulle volontà politiche”.
“Infine, chiediamo ai soci di Cosvig se nell’eventualità di una liquidazione, a nostro avviso purtroppo sempre più vicina, abbiano già pensato ad un ‘piano B’, che eviti la perdita di posti di lavoro e l’esodo di giovani famiglie dai territori geotermici. O si vuole aspettare a scaricare la ‘patata bollente0 alle nuove amministrazioni, nella seconda metà del 2024 – termina il comunicato -? Purtroppo, arrivati a questo punto, non decidere non è più, a nostro giudizio, un’opzione sul tavolo”.