Home Economia Le imprese maremmane lavorano fino all’8 luglio per pagare le tasse: lo studio di Cna

Le imprese maremmane lavorano fino all’8 luglio per pagare le tasse: lo studio di Cna

Bramerini: "Un miglioramento rispetto al 2019, data dell'ultima ricerca, in cui si cessava di pagare le tasse il 25 agosto. Un'efficace riforma fiscale può contribuire a rilanciare l'economia"

di Redazione
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Grosseto. Le imprese maremmane lavorano quasi 7 mesi all’anno per pagare tasse e tributi. Sono i dati rilevati dallo studio “Comune che vai, fisco che trovi – 2023”, realizzato dall’Osservatorio del Centro studi di Cna sulla tassazione delle piccole e medie imprese. Nel capoluogo maremmano, infatti, si deve lavorare fino all’8 luglio prima di poter destinare i ricavi della propria azienda ai consumi familiari. Un dato che dimostra un miglioramento rispetto al 2019, quando il “Tax free day”, ovvero la data in cui un’azienda smette di “lavorare per lo Stato”, era il 25 agosto.

“Un cambiamento dovuto al fatto – commenta Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – che lo scorso anno la tassazione media sulle imprese è scesa al 52,7% grazie alla deduzione Imu del 100%, all’eliminazione dell’Irap per le imprese individuali, alla rimodulazione delle detrazioni e scaglioni dell’Irpef, tutti interventi che la nostra associazione sollecitava da anni”.

La pressione fiscale, quindi, è scesa di 7,5 punti percentuali e si è ridotta anche la distanza tra i comuni più virtuosi e quelli dove il peso delle tasse è maggiore.

La classifica

Bolzano resta al primo posto con un total tax rate pari al 46,7% mentre all’ultimo posto tra i capoluoghi di provincia c’è Agrigento con il 58%; Grosseto si attesta sul 52%. Le differenze nella tassazione dipendono dalla Tari e dalle rendite catastali che non sono allineate ai valori commerciali, ma anche se la pressione fiscale, si è in parte ridotta, resta comunque eccessiva.

Per redigere la ricerca l’Osservatorio di Cna mette a confronto tasse e tributi nazionali, regionali e comunali (dall’Imu alla Tari, passando per Irap, Irpef, contributi previdenziali Ivs, addizionali varie) su un’impresa tipo, con un laboratorio artigiano di 350 metri quadri e un negozio di 175 metri quadri, con ricavi per 431mila euro all’anno, con 4 operai e un impiegato e con un utile di 50mila euro annuali.

In Toscana

Per quanto riguarda le città toscane, al primo posto si registra Arezzo, un total tax rate del 50,2% e un tax free day registrato per il primo luglio, seguita da Massa (total tax rate 51,5% e tax free day 8 luglio) e Prato (51,6% – 6 luglio) e al terzo posto da Grosseto (52% – 8 luglio), Lucca (52% – 8 luglio) e Siena (52,1% – 8 luglio); al quarto posto c’è Pistoia (52,3% – 9 luglio), seguita da Pisa (52,5% – 10 luglio), Carrara (53,4% – 13 luglio) e Livorno (56,5% – 24 luglio).

“La riforma fiscale annunciata dal Governo – conclude Bramerini deve rappresentare una reale opportunità per rilanciare il Paese, molte aziende sono ancora appesantite da un carico fiscale (diretto e indiretto) e da un’inflazione galoppante, che riducono la loro competitività. Occorre ridurre il cuneo fiscale anche per le imprese, vanno riconosciuti regimi di imposizione agevolata per coloro che investono nella propria impresa personale e occorre impegnarsi affinché la semplificazione del fisco, di cui da troppo tempo si parla, non si traduca, come spesso avviene, in un aumento di adempimenti e obblighi scaricati sul contribuente“.

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