Il congresso dei delegati della Flai Cgil (federazione lavoratori agro industria), rappresentativo di oltre 1.900 lavoratori iscritti alla categoria, ha eletto segretario generale Paolo Rossi, che subentra al segretario uscente Pierpaolo Micci, giunto alla conclusione dei due mandati previsti come limite dallo statuto della Cgil.
«Nel ringraziare il compagno Pierpaolo Micci che lascia un’organizzazione forte e apprezzata dai lavoratori del settore agroalimentare in provincia di Grosseto – dichiara il neosegretario, Paolo Rossi -, dico ai nostri iscritti e ai lavoratori dell’agricoltura che l’impegno primario per la Flai Cgil sarà contrastare in ogni modo la reintroduzione dei voucher per retribuire i lavoratori stagionali. La scelta del Governo Meloni minaccia di riportare il mondo dell’agricoltura alla preistoria, vanificando i passi in avanti compiuti dalla legge “Martina”, la 199/2016, ai nostri giorni. Ripristinare i voucher senza l’obbligo di comunicazione delle giornate in cui vengono utilizzati tornerà a far impennare il lavoro nero nelle campagne, con l’utilizzo dei tagliandi acquistati dal tabaccaio come foglia di fico per coprire il lavoro irregolare. privo di coperture assicurativa e della malattia, contributi e Tfr. Non è un caso che proprio nel momento in cui fu introdotto l’obbligo di dichiarare immediatamente la giornata lavorativa al momento dell’acquisto del voucher, si sia registrato un crollo verticale del loro utilizzo da parte dei datori di lavoro più disinvolti.
Con questa controriforma – conclude Rossi – si alimenta la logica dell’acquisto dei diritti che fino a poco tempo fa erano considerati acquisiti. E che ora vengono “concessi” in cambio di versamenti economici molto spesso al nero».
Nell’occasione del congresso, la Flai Cgil di Grosseto anche reso noto di sostenere la protesta dei piccoli pescatori della zona sud della provincia, che nei giorni scorsi hanno denunciato alla Capitaneria di Porto e alle autorità la violazione della legge da parte di pescherecci provenienti dal Sud Italia che effettuano la pesca a strascico illegale con l’utilizzo di catene di fronte alle coste della provincia.
«Siamo schierati dalla loro parte – sottolinea Rossi – perché la pesca a strascico irregolare sotto costa e l’utilizzo eccessivo di materiale plastico per la pesca dei polpi sono pratiche inaccettabili, sia perché distruggono l’ecosistema marino, sia perché danneggiano chi pratica la pesca nel rispetto delle regole. Se questi abusi saranno documentati, pertanto, chiediamo di aumentare immediatamente i controlli per reprimerli duramente, ma anche per tutelare maggiormente i pescatori che esercitano l’attività con reti da posta e tramagli, ma anche i pescherecci che praticano la pesca a strascico nei termini previsti dalla legge. Categorie penalizzate duramente dalle imbarcazioni che illegalmente effettuano la pesca a strascico con reti appesantite che arano i fondali entro la fascia costiera dirispetto. È inoltre inconcepibile che i piccoli pescatori, oltre a subire il danno economico (minor quantità di pescato), vengano anche penalizzati patrimonialmente, con ii passaggi a strascico che danneggiano reti e segnali di posizione, costringendo i pescatori a perdere giorni di lavoro in attesa che i materiali siano riparati o sostituiti e con il danno che si aggiunge alla beffa».