Il Nidil Cgil (Nuove identità di lavoro), che in provincia di Grosseto ha 566 iscritti, ha il proprio nuovo segretario. Oggi, i 16 membri della direzione della categoria hanno eletto segretario il professor Valerio Entani, che subentra alla segretaria uscente Anna Capobussi. Il voto unanime ha chiuso l’assemblea, alla quale ha preso parte il coordinatore regionale toscano di Nidil Filippo Bellandi.
Nidil si occupa dei lavoratori atipici e precari, che lavorano in tutti i settori (dalla sanità ad Amazon, passando per i riders e i lavoratori metalmeccanici e chimici). Si tratta di lavoratori con contratto di somministrazione, parasubordinato (collaborazione), con rapporto di lavoro autonomo e i disoccupati.
«Ringrazio i lavoratori e la Camera del Lavoro per la fiducia – ha detto nel suo breve intervento di saluto Entani –, che mi rende emozionato e orgoglioso per questo incarico. Nidil sta per “Nuove identità di lavoro”: nome che identifica bene la contemporaneità di questa categoria, che rappresenta i lavoratori più emblematici dell’economia attuale: i precari. È una categoria trasversale ai vari settori produttivi, con un carattere fortemente confederale, che spesso per i lavoratori rappresenta la porta d’ingresso nel sindacato. Oggi è fondamentale ribadire il diritto al lavoro, ma al lavoro dignitoso e stabile. Per questo mi impegnerò, come hanno fatto i segretari che mi hanno preceduto, nel dare voce a chi non ce l’ha. A tutti quei lavoratori che non hanno rappresentanza e che pensano di non poterla nemmeno avere. I lavoratori con contratti precari e atipici. Dar loro voce significherà ascoltare le loro istanze e saperli rappresentare in vista di una vera e propria stabilizzazione».
E proprio delle lotte per la stabilizzazione ha parlato nella propria relazione la segretaria uscente, Anna Capobussi. «Nidil è per la propria natura trasversale – ha sottolineato Capobussi – il sindacato che presidia il terreno di frontiera del lavoro frammentato, con pochissime tutele, basse retribuzioni. Insomma, precario per antonomasia. Il lavoro povero che oggi caratterizza tanti ambiti professionali, non tutti caratterizzati da basse competenze. Il nostro obiettivo principale è sempre quello di ottenere la stabilizzazione del posto di lavoro, sia nelle pubbliche amministrazioni che nelle aziende private, vigilando che non si forzino le regole per protrarre ingiustificatamente la precarietà lavorativa. Ma siamo anche quelli che si battono per il riconoscimento dell’equo compenso rispetto alle prestazioni professionali garantite dal variegato mondo delle partite Iva, che nella gran parte soffre dello stesso modello di sfruttamento tipico del lavoro dipendente».