Nove anni. Da tanto le guide turistiche attendono una normativa che regoli la loro formazione e il percorso da fare per essere abilitate. Da tanto invece il settore è chiuso a nuove entrate proprio a causa dei ritardi da parte del Governo di una normativa nazionale.
«È stato bloccato qualsiasi tipo di accesso – afferma Lucilla Dani, presidente provinciale di Federagit Confesercenti -: da parte del Ministero non c’è stato l’adeguamento».
Cosa è successo? Prima l’abilitazione era su base regionale. Poi l’Europa ha spinto perché fosse istituita un’abilitazione nazionale, che valesse per tutta Italia. Chi già era abilitato è rientrato di diritto nelle nuove guide turistiche nazionali. A quel punto il Governo avrebbe dovuto stabilire un percorso di studi e un esame di abilitazione, cosa che non è mai stata fatta.
«Questa è una professione in stallo da anni ormai – prosegue Dani –, non c’è ricambio generazionale, né possibilità di entrare per chi vuole intraprenderla. E questo è intollerabile. Specie in un paese come il nostro che vorrebbe vivere di turismo».
Di contro potrebbero arrivare persone abilitate in altri Paesi a lavorare qui.
«Una barzelletta tutta italiana. Per di più l’abusivismo, che è una piaga che esiste da tempo, si è moltiplicato. Anche perché non c’è un quadro preciso per contrastarlo. Serve una legge che tuteli tutte le guide turistiche abilitate in Italia, che definisca con certezza controlli ed eventuali sanzioni per le guide provenienti da altri Paesi e che contrasti efficacemente il fenomeno dilagante dell’abusivismo», afferma Federagit.
Le guide di Confesercenti fanno dunque appello al Governo e al Ministero da cui dipendono, che è quello dei beni culturali, perché metta mano subito ad una nuova normativa e smetta «di porre veti ad ogni proposta di legge che viene dalla nostra categoria».