Le cooperative di comunità fanno nuovi proseliti. Anche a Legri, nel comune di Calenzano, a Casaglia, a Montecatini in Val di Cecina, nella frazione della Selva, a Santa Fiora, sull’Amiata, e a Trassilico a Gallicano, quattro paesi di quattro diverse province toscane stanno pensando infatti di costituirne una. Lo faranno grazie ai contributi a fondo perduto messi a disposizione dalla Regione.
“Noi mettiamo le risorse per partire: poi però le aziende dovranno reggersi sulle proprie gambe” spiega l’assessore all’economia della Toscana, Leonardo Marras. Un modo per creare dal basso occasioni di sviluppo in borghi ed aree oggi interne. marginali e periferiche, a rischio di spopolamento.
“Un progetto ambizioso e contagioso – aggiunge sempre Marras – per creare imprese dove oggi non c’è mercato o il mercato ha fallito: sfida che può essere vinta se si mettono insieme ragioni ed esigenze non solo economiche, come quelle legate all’offerta di servizi che oggi non ci sono, recuperando energie comunitarie per un’impresa ibrida che gestisce in parte funzioni di utilità pubblica”.
Cittadini di Legri, Casaglia, Selva e Trassilico hanno manifestato la voglia di provarci durante un seminario, in parte in presenza e in parte on line, organizzato ieri a Firenze dalla Regione assieme ad Anci Toscana, l’associazione dei Comuni. L’incontro serviva ad illustrare le opportunità legate al bando da un milione e duecentomila euro pubblicato il 21 marzo sul sito di Sviluppo Toscana (https://www.sviluppo.toscana.it/coop_comunita2022), per sostenere le cooperative che già esistono, ma anche aiutare la nascita di nuove.
Le cooperative di comunità sono state sicuramente tra le esperienze più originali e lungimiranti della passata legislatura: una quarantina di realtà e progetti diversi tuttora in essere, molti sono stati avviati nel 2018, quando la Regione li finanziò con poco meno di due milioni di euro. A fine 2020 sono arrivati altri 800mila euro di fondi europei Fesr-Fse per ulteriori dieci iniziative di rete.
Operano nei borghi più sperduti, in montagna o in aperta campagna. C’è chi ha deciso di puntare sulla valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari del territorio e chi è partito dall’economia circolare e dal riciclo, c’è chi offre servizi di turismo sostenibile e chi prova a riunire produzioni locali, tradizione ed innovazione tecnologica.
“Queste esperienze sono osservate con attenzione anche dal Ministero – spiega Marras – come un modello di riferimento a livello nazionale. La Toscana è infatti all’avanguardia ed auspichiamo che sulle cooperative di comunità ci sia una legge nazionale”.
Per presentare un progetto e chiederne il finanziamento non c’è una scadenza: si potrà fare fino a quando le risorse messe a disposizione non saranno esaurite. I progetti e programmi di investimento dovranno comunque tutti essere rendicontati entro il 30 aprile 2023. Potranno partecipare al bando singole cooperative o anche reti di imprese, che però dovranno includere almeno dieci cooperative di cinque province toscane diverse. Sono previsti contributi a fondo perduto da 20mila a 200mila euro, pari all’80 per cento dei costi ammessi.