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Covid e crisi economica, Cna scrive a Draghi: “Servono flessibilità e sostegno alle imprese”

di Redazione
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Occorre ricalibrare le politiche di sostegno al sistema produttivo per rispondere alla situazione di elevata incertezza provocata dalla recrudescenza della pandemia, dalla forte crescita dei costi energetici e dalla costante difficoltà di approvvigionamento delle materie prime.

È quanto sottolinea Cna, insieme ad altre associazioni, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi, invitandolo a sensibilizzare le istituzioni europee per evitare l’introduzione di ulteriori rigidità della regolamentazione bancaria che rendono ancora più selettivo e complicato l’accesso al credito per le imprese, specialmente quelle di minori dimensioni.

Le scelte inserite nella legge di bilancio – spiega Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – in materia di accesso al credito e sostegno alla liquidità non bastano a garantire alle imprese l’ossigeno necessario“.

La fine della cosiddetta moratoria di Stato ed il progressivo riallineamento del sistema pubblico delle garanzie rischiano di trasformare il graduale ritorno alla normalità in un’ulteriore morsa per le imprese che impedisce loro di consolidare una ripresa possibile o, addirittura, di compromettere definitivamente chi non è riuscito ad ancora ad agganciarla.

Al 31 dicembre le moratorie a favore del sistema produttivo ancora attive ammontano a un valore superiore a 35 miliardi e da aprile le imprese che hanno contratto nuovi finanziamenti proprio a valere sulle misure di potenziamento delle garanzie pubbliche dovranno iniziare a restituire, oltre alla quota interessi, anche quella relativa al capitale, ben più corposa. E non è scontato con il sistema delle imprese possa assorbire senza esiti negativi la fine delle moratorie e del periodo di preammortamento accordato. “È quindi indispensabile – continua Bramerini – individuare misure e strumenti che consentano alle imprese di gestire al meglio il rientro alla ‘normalità’“.

Tra queste l’allungamento delle esposizioni debitorie, attraverso una misura ad hoc finalizzata a sostenere la rinegoziazione dei debiti, escludendo l’attuale previsione dell’obbligo di erogare credito aggiuntivo. Operazioni che potrebbero essere supportate dal Fondo di Garanzia per le Pmi, anche in misura inferiore rispetto a quanto oggi previsto, e in complementarietà con altre forme di garanzia privata. Inoltre potrebbe essere esteso il perimetro della cosiddetta “garanzia pubblica a mercato“, con la finalità di intercettare situazioni che, pur dovendo ricorrere alla garanzia per l’accesso al credito, non necessitano dell’intensità di aiuto prevista dagli strumenti del Fondo di Garanzia per le Pmi, anche in questo caso prevedendo la possibile ed auspicabile complementarietà tra garanzia pubblica e garanzia privata.

Sempre in materia di accesso al Fondo di Garanzia per le Pmi, il previsto rientro al regime di valutazione del rating, a partire dal primo luglio 2022 rischia di non essere adeguato a rilevare l’effettiva condizione delle imprese che stanno attraversando la crisi pandemica. Infine, rimane la necessità di individuare strumenti idonei a sostenere le imprese che operano in settori non interessati dalla ripresa e che oggi, a fronte della recrudescenza della pandemia, rischiano seriamente di uscire dal mercato.

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