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Fatturato azzerato dal Covid, ma la banca pretendeva le rate del mutuo

di Redazione
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Il fatturato si era quasi azzerato a causa del Covid e gli imprenditori avevano chiesto alla banca la sospensione degli impegni finanziari, come consentito dal decreto Cura Italia. Ma l’istituto bancario aveva rifiutato, segnalando la sofferenza. Finché il Tribunale di Grosseto ha emesso un’ordinanza che ha bloccato le pretese della banca. E Confconsumatori, cui la famiglia di imprenditori grossetani si era rivolta, commenta: «La sospensione dei mutui delle piccole e medie imprese in forza del decreto Cura Italia è un diritto che esclude la discrezionalità della banca».

Ecco la vicenda. Una famiglia grossetana, garante di una società familiare, si era rivolta a Confconsumatori Toscana dopo aver ricevuto la richiesta di rientro e la segnalazione di sofferenza. Nel marzo 2020 la società, in seguito all’azzeramento quasi totale del fatturato nel trimestre, aveva richiesto alla banca con la quale intratteneva linee di credito la sospensione delle scadenze in forza dell’articolo 56 del decreto legge 18/2020 Cura Italia. Una richiesta reiterata più volte, dovendo e potendo far sospendere i pagamenti fino al 31 dicembre 2021, sempre come previsto dal decreto. Ma la banca ha sempre negato la sospensione sostenendo che quel credito era da considerarsi deteriorato e quindi il beneficio inammissibile. E così la società e i soci – persone fisiche senza alcun incarico di amministrazione – hanno comunque, con grandi sacrifici, continuato a pagare le rate fino all’agosto 2020. A fine agosto 2021 la banca ha chiesto il rimborso totale dei mutui contratti, imponendo ai garanti, ormai pensionati, di adempiere alla loro garanzia.

La società e i garanti si sono così difesi in tribunale assumendo che la sospensione andava concessa perché il credito non era in alcun modo da considerarsi deteriorato, in quanto il ritardo nei pagamenti risaliva all’anno 2018 e nel 2019 i mutui erano stati rinegoziati: da allora la debitrice aveva puntualmente pagato sino al Covid e anche oltre. In via d’urgenza i garanti e la società hanno chiesto al Tribunale di Grosseto di paralizzare le decisioni della banca: il 13 dicembre 2021 – con ordinanza della giudice Claudia Frosini – il tribunale ha disposto forzosamente la sospensione, non rilevando il deterioramento di un credito che alla data del primo febbraio 2020 non presentava arretrati e disponendo la revoca delle segnalazioni di sofferenza anche per i garanti persone fisiche.

«Una decisione di vitale importanza – commentano da Confconsumatori che sancisce l’esistenza di un diritto soggettivo per i benefici del decreto Cura Italia e sancisce l’assenza di discrezionalità delle banche. La questione del credito deteriorato non è discrezionale e il Ministero dello sviluppo economico è intervenuto con una precisa direttiva al sistema bancario nel maggio 2020, disponendo che l’esclusione dal beneficio della sospensione per le piccole aziende fosse possibile solo in caso di morosità per oltre 90 giorni sussistente alla data dell’1 febbraio 2020, con possibilità tuttavia per le aziende di sanare la morosità in corso d’opera, anche dopo il febbraio 2020, e contestualmente accedere al beneficio di vitale importanza. È dunque auspicabile, vista l’attuale situazione di incertezza dovuta alla pandemia, che alcune misure siano prorogate anche nell’anno 2022 per le piccole e medie imprese e le famiglie in difficoltà che ancora scontano i danni di quasi un anno di chiusure forzate. Proprio nelle ultime settimane, anche nel nostro territorio, si sta verificando una recrudescenza di richieste di pagamento, troppe volte illegittime, da parte di società cessionarie di crediti deteriorati delle banche: stiamo assistendo numerose famiglie alle prese con società che lamentano crediti già pagati, prescritti o eccessivi».

Chi fosse alle prese con problemi simili può contattare Confconsumatori: lo sportello di Grosseto è in via della Prefettura 3 (0564 417849).

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