I commercianti del centro storico di Grosseto sono sul piede di guerra: “Sentire ancora parlare di nuovi insediamenti commerciali al di fuori della città urbanizzata dopo aver subito gli effetti devastanti della presenza eccessiva dei centri commerciali sembrava impossibile, ma evidentemente non è così”.
Queste le parole di Enrico Collura e Vincenzo De Sapio, presidente e vice presidente del Centro commerciale naturale del centro storico di Grosseto.
“Non consentiremo che si proceda verso la direzione di nuove aperture nella lontana periferia, sotto qualsiasi definizione la si voglia chiamare – continuano Collura e De Sapio -. Vogliamo continuare a credere e ad investire in centro storico e quindi ci batteremo con tutte le nostre forze perché la politica non ceda alla tentazione di assecondare gli appetiti dei grandi gruppi che a Grosseto non hanno certo l’interesse di fare crescere il tessuto delle piccole imprese locali. La nostra preoccupazione va ben oltre gli aspetti economici, che pure sono fondamentali per garantire un’offerta commerciale equilibrata. Sappiamo quanto sia determinante la presenza del commercio in tutti i quartieri della città. Le vie che perdono i negozi sono condannate al degrado e alla progressiva riduzione del valore degli immobili, residenziali e commerciali”.
“Chiediamo a tutti i candidati a Sindaco che dichiarino in maniera chiara, esplicita e inequivocabile cosa faranno se vinceranno le elezioni – terminano Collura e De Sapio -. Vogliamo sapere se le nostre imprese dovranno rassegnarsi a chiudere o se, al contrario, saranno motivate a rilanciare il commercio di qualità a Grosseto”.
Il commento di Confesercenti
“Rispetto alle notizie di ampliamento dei centri commerciali Maremà e Aurelia Antica non ci rassicurano le parole dell’assessore Fabrizio Rossi che non ne sorgeranno altri, se il punto è quello dell’ampliamento di questi due centri commerciali esistenti, avendo assistito anche recentemente a varianti anticipatorie per l’insediamento della grande distribuzione organizzata come nel caso di via Scansanese”, affermano Gloria Faragli e Giovanni Caso, direttore e presidente Confesercenti.
Poi Confesercenti ricorda: “Tra i contributi pervenuti all’amministrazione comunale prima dell’avvio del piano operativo, vi era anche quello della nostra associazione di categoria che chiedeva un riequilibrio della rete distributiva commerciale. Il contributo nasceva dalla convinzione che nella città di Grosseto si è in presenza di un eccesso di insediamento della grande distribuzione organizzata, fatto questo che va a scapito non solo del commercio di vicinato, che ha offerto un servizio anche nei mesi più recenti connotati dalla pandemia, ma questi insediamenti condizionano anche tutto l’entroterra, oltre alle modalità con cui i consumatori vivono la città e il contesto urbano”.
“Grosseto ha, evidentemente, una saturazione di insediamenti della grande distribuzione commerciale, con nuovi marchi e nuove catene che si sono insediate nei tempi più recenti, ma anche un problema di consumo di suolo; anziché guardare a riqualificare contesti già esistenti, con particolare attenzione al centro storico ma anche aree periferiche della città, si continua a creare nuovi contenitori che nel tempo, neppure troppo lungo, avranno problemi di obsolescenza. Anche per questo – concludono Faragli e Caso – non possiamo che rappresentare la nostra assoluta contrarietà alle scelte fatte in questa direzione. Confidiamo che l’architetto Silvia Viviani, membro dell’Inu (Istituto nazionale urbanistica) regionale e nazionale, sappia valutare con attenzione tali incongruenze”.