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I lavoratori delle multiservizi in sciopero: “Contratto nazionale scaduto da 7 anni”

di Redazione
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Incroceranno le braccia domani, venerdì 14 novembre, i lavoratori delle imprese di pulizia servizi integrati multiservizi di Cgil, Cisl e Uil. Il motivo dello sciopero è il mancato rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre 7 anni.

E proprio a sottolineare la protesta è in programma domani, dalle 10 alle 12, un presidio davanti all’ospedale Misericordia di Grosseto.

Sono migliaia i lavoratori della provincia di Grosseto impiegati con questo tipo di contratto – dicono Massimiliano Stacchini di Filcams Cgil e Simone Gobbi di Fisascat –, 140 dei quali lavorano solo all’ospedale di Grosseto. Si tratta di persone che erogano servizi fondamentali, soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria dove le procedure di pulizia e sanificazione sono necessarie per contenere il contagio da Covid e ogni giorno sono in prima linea, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri familiari. È il momento di riconoscere a questi lavoratori la dignità che meritano e rivedere i loro contratti“.

Si tratta di lavoratori, il 70 per cento dei quali sono donne, che ogni giorno operano nelle strutture sanitarie, nella Rsa, nelle scuole, nelle università e negli uffici pubblici.

Lo sciopero di domani segue la grande manifestazione del 21 ottobre scorso – terminano Stacchini e Gobbi -, che si è resa necessaria vista l’indisponibilità delle associazioni datoriali a rinnovare il contratto“.

“A Grosseto – spiegano Salvatore Gallotta (della Funzione pubblica Cgil), Luciano Biscottini (della Cisl Funzione pubblica), Sergio Sacchetti e Marco Mannelli (di Uil Fpl e di Uil Pa) – la mobilitazione interessa potenzialmente almeno 10.000 lavoratori dei servizi pubblici. Si tratta di un’iniziativa che segue lo stato di agitazione già proclamato dalle categorie nelle scorse settimane. In questa fase, infatti, il lavoro pubblico rivendica innovazione nella pubblica amministrazione, rinnovo dei contratti e nuove assunzioni. In questa fase, a maggior ragione, lavoratrici e lavoratori pubblici danno massimo sostegno e priorità al personale sanitario. Al quale è necessario garanzia di lavorare in sicurezza, assicurandogli costantemente dispositivi di protezione individuale, tamponi e sorveglianza sanitaria. Perché non è accettabile che proprio chi ci protegge debba lavorare in condizioni di scarsa sicurezza.

Altrettanto indispensabile e urgente è garantire condizioni di sicurezza e procedere con nuove assunzioni per implementare il personale e rafforzare i servizi sanitari, anche attraverso la stabilizzazione dei precari. Infine è importante che si rinnovino i contratti per valorizzare la professionalità. Non solo per gratificare chi con spirito di abnegazione sta affrontando la pandemia in condizioni critiche, ma soprattutto perché si tratta di un diritto. Una mobilitazione collettiva di lavoratrici e lavoratori pubblici, contro chi nega l’esistenza del virus, dell’emergenza epidemiologica e del rischio che stanno correndo medici, infermieri e tutto il personale sanitario. Per dare il massimo sostegno a chi garantisce la nostra salute”.

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