“Il bando Invitalia per il rimborso dei dispositivi di protezione individuale è un’altra beffa ai danni delle imprese“.
Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto, commenta così quanto segnalato da molti associati.
Qualche settimana fa, infatti, Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, aveva pubblicato un bando per fare domanda di rimborso delle spese sostenute per acquistare i dpi necessari per contenere la diffusione del Covid-19.
“Il rimborso annunciato poteva essere concesso fino al 100 per cento delle spese ammissibili e fino a esaurimento della dotazione finanziaria disponibile. Quello che non è stato chiaro è che, per poter avere diritto al rimborso, si doveva partecipare a una sorta di click day: le domande dovevano essere presentate dall’11 al 18 maggio, ma chi ha presentato domanda nell’ultimo giorno disponibile dopo le 9 del mattino è stato automaticamente estromesso“, spiega Bramerini.
“Di nuovo, quindi, si sono create delle aspettative negli imprenditori, già pesantemente penalizzati dalla crisi in atto, che sono state disattese. E questo è inaccettabile, soprattutto perché in molte zone della provincia il digital divide è ancora evidente, senza dimenticare che alcune aziende, sperando di vedersi riconosciuta l’agevolazione, hanno anche anticipato il pagamento delle spese rendicontabili, in un periodo di scarsa liquidità. La cifra stanziata da Invitalia era di 50 milioni di euro – precisa Bramerini – ed è chiaro che non poteva rispondere alla richieste di tutti i piccoli imprenditori, ma si poteva creare una graduatoria basata su altri criteri, non sulla velocità dell’imprenditore di effettuare un click in rete“.