La richiesta di Massimiliano Di Rosa, portavoce di Cna Costruzioni:
“In questi giorni molte imprese invocano la riapertura della loro attività e, vista la scarsa disponibilità finanziaria, la perdita di opportunità di lavoro e il bisogno di tornare ad una vita lavorativa normale non si può che essere d’accordo con loro. Per tornare a lavorare, però, le imprese artigiane hanno bisogno di indicazioni chiare e attuabili, anche perché saranno sottoposte a controlli ferrei su regole che rischiano di non poter rispettare.
Il rischio di contrarre il virus è ancora presente e, da quello che si sente, lo sarà ancora per lungo tempo. Di cure efficaci e vaccini ancora non se ne parla. Nel concreto, rispetto a un mese fa non è cambiato molto. Se le aperture saranno affrettate la burocrazia rischia di trasferire sui datori di lavoro artigiani e sui piccoli imprenditori, anche i costi di tutela della salute.
Per tutto questo, prima di arrivare alla riapertura, è necessario che si conoscano meglio le specifiche tecniche per poter tornare a lavorare in sicurezza. Servono informazioni certe sui dispositivi di protezione individuale da usare, sulla distanza di sicurezza da rispettare che non può variare da territorio a territorio, sui prodotti e sulle procedure di igienizzazione e sanificazioni di locali, mezzi ed attrezzatura. E’ necessario che vengano reperiti e messi a disposizione i dpi necessari e gli enti preposti devono vigilare affinché nessuno speculi sul loro costo e sulla loro disponibilità.
Sono chiarimenti necessari perché, in tema di sicurezza, nulla deve essere lasciato al caso; anche alla luce di una circolare Inail che sta mettendo in relazione, troppo stretta, la ripresa dei lavori e la possibile contrazione del virus.
Non è accettabile che la contrazione del virus da parte di un dipendente dell’impresa che può avvenire in mille modi diversi, possa essere considerata, in via pregiudiziale, come infortunio sul lavoro o malattia professionale. L’accertamento della responsabilità degli infortuni e delle malattie professionali segue un preciso iter e non può, come si cerca fare in alcuni casi, essere pregiudizialmente addebitato alle imprese e al loro modo di lavorare.
Mi auguro che questi giorni che ci separano dalla riapertura servano a chiarire tutti questi aspetti; per questo CNA Toscana ha chiesto alla Regione di confrontarsi con le rappresentanze datoriali, sindacali e i rappresentanti delle istituzioni sanitarie e di controllo, per chiarire questi aspetti che sono fondamentali per la tutela degli imprenditori e dei lavoratori.
Gli artigiani vogliono un futuro certo e sono disposti a fare ulteriori sacrifici e a collaborare con tutti coloro che sono interessati ad un vero e proprio percorso di rinascita del Paese”.