Il presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda interviene sulla situazione di emergenza in atto.
“Tutte le nostre forze e tutti i nostri pensieri sono giustamente concentrati sulla fine di quest’emergenza sanitaria e siamo impegnati nell’offrire il nostro contributo per arrestare il contagio – dichiara Breda –. Ma mentre si intravede qualche lieve segnale positivo, noi, come rappresentanti delle categorie economiche, in primo luogo abbiamo il dovere di porci il problema di ciò che verrà dopo”.
“Questi giorni di blocco devono servire a riorganizzarci e a proporre gli strumenti che serviranno nel momento della ripartenza – è il messaggio del presidente della Camera di Commercio –. E’ evidente che quella che affronteremo non sarà una semplice riapertura, ma una radicale ricostruzione. Non serviranno solo degli incentivi, ma un vero e proprio ‘piano Marshall’ per la rinascita. Sono a rischio non solo la vita delle imprese e il lavoro dei cittadini, ma la reale tenuta sociale del nostro Paese. Come chiaramente espresso da Mario Draghi, gli strumenti consueti non serviranno a niente, ma saranno necessari interventi mai attivati prima. Attendiamo comunque di vedere il nuovo decreto di aprile, ma è fondamentale che dia una risposta immediata di liquidità alle imprese e ai lavoratori”.
“Come è avvenuto in molte altre crisi storiche, questo deve essere il momento per superare vecchi schemi e sperimentare soluzioni innovative: non è pensabile che per accedere ad un’agevolazione si debba impazzire tra carte e documenti. Preoccupa il dibattito su cui si sta avvitando l’Europa, che ora più che mai dovrebbe superare gli steccati ed i veti incrociati, mettendo in campo misure senza precedenti. Se la soluzione che si va profilando fosse quella di ricorrere al Mes, costringendo gli Stati membri a rispettare le condizionalità previste oggi, sarebbe la fine dell’essenza stessa dell’Unione europea – sottolinea Breda -. I 50 miliardi ipotizzati dal Governo, a fronte di un impatto dell’emergenza stimato in qualche centinaio di miliardi di euro sull’economia, si commentano da soli. Servono più risorse, che siano operative con procedure snelle, perché le imprese hanno il terrore di non ripartire”.
“Alcune richieste – prosegue Riccardo Breda – potrebbero già ora essere soddisfatte: per esempio l’abolizione per almeno due anni degli studi di settore (oggi sostituiti dagli Isa), il rinvio per lo stesso tempo delle procedure sulla crisi d’impresa, l’eliminazione della proroga di due anni dei termini di accertamento e riscossione per i periodi d’imposta in scadenza nel 2020, l’aumento del bonus di 600 euro per gli autonomi (cifra assolutamente inadeguata); ammortizzatori sociali da subito disponibili per aiutare i lavoratori; l’esenzione delle tasse per tutta la durata dell’emergenza, che sarebbe la più semplice e diretta forma per garantire ossigeno ad imprese e famiglie, senza ammorbarle in pastoie burocratiche. E, per lo stesso periodo, l’eliminazione delle accise sulle forniture di acqua, luce e gas”.
“Un territorio come quello della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno ora più che mai ha bisogno di tutti quegli interventi infrastrutturali da troppi anni attesi. E’ indispensabile ora più di prima dare attuazione a quello che hanno chiesto le categorie e i sindacati nei tavoli di SìGrosseto e SìLivorno: la ripresa passa dall’investimento pubblico – termina Breda –. E’ il momento delle scelte coraggiose, che l’Europa, il Governo e la Regione, prima ancora che gli Enti locali, devono mettere in campo, perché quest’emergenza avrà un impatto sull’economia reale talmente forte da richiedere una reazione simile a quella che ci fu nell’immediato dopoguerra”.