Il Dpcm dell’11 marzo, che ha indicato le attività da sospendere a causa del Coronavirus, non comprende il settore edile. I cantieri dunque dovrebbero rimanere aperti, dando per scontato che si riesca a garantire l’osservanza delle disposizioni indicate dal primo decreto.
“Nonostante tutte le iniziative messe in campo – spiega Fabio Carruale della Filca Cisl Grosseto – vi sono situazioni che difficilmente garantiscono la totale incolumità dei lavoratori. Lavorare mantenendo la distanza di sicurezza non è sempre semplice. Ci arrivano segnalazioni del mancato rispetto delle norme previsto dai vari decreti emanati in questi giorni e questo è inaccettabile: il rispetto della distanza di sicurezza è fondamentale, l’uso della mascherina, il lavarsi le mani, il viaggiare con mezzi di trasporto in sicurezza“.
La Filca Cisl ribadisce che i lavori che possono proseguire in sicurezza vanno mantenuti, mentre vanno chiusi quei cantieri nei quali non si riesca a garantire l’osservanza delle disposizioni contro il diffondersi del Coronavirus.
“Le problematiche non si registrano solo nei cantieri – continua Carruale –, ma anche in altri settori, dove i lavoratori vengono a contatto con i dipendenti di altre aziende, con fornitori o autotrasportatori che spesso arrivano da fuori provincia o regione, talvolta da zone del nostro Paese interessate da tassi di contagio molto elevato“.
Per questo motivo la Filca Cisl afferma che non esiste una sola opera o infrastruttura per la quale mettere in discussione una vita umana, che sia a causa di infortunio o di trasmissione del virus. “Ribadiamo – conclude Carruale – che chiudere tutti i cantieri non sicuri, sospendere la produzione nelle fabbriche dove resta difficile rispettare le norme di sicurezza, tutelare tutti i lavoratori è un dovere al quale tutti sono chiamati, le istituzioni come gli imprenditori. Di fronte a una vita umana non c’è lavoro, opera o ‘business’ che tenga”.