Il lavoro della Cisl di Grosseto dei prossimi mesi continua da Porto Santo Stefano, dove si è tenuto questa mattina il consiglio generale. Un incontro al quale hanno partecipato anche Ignazio Ganga, segretario confederale nazionale, e Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl Toscana.
Tanti i temi discussi che detteranno la linea di azione dei prossimi mesi perché la Cisl, di nuovo, si impegna per stare al fianco dei lavoratori e dei cittadini più in generale.
“Abbiamo deciso di riunire il massimo organismo dell’organizzazione sindacale, che conta oggi oltre 16mila associati, all’Argentario – spiega Fabrizio Milani, segretario generale di Cisl Grosseto – per dare un segnale della nostra presenza sul territorio. Come già fatto in occasione dell’assemblea organizzativa, vogliamo promuovere incontri in luoghi simbolici di questa provincia per ribadire che non esistono lavoratori o cittadini di serie B e anche in futuro, quindi, continueremo a spostarci sul territorio con incontri pubblici o chiusi, come quello di oggi“.
“Dal dibattito di questo consiglio generale, che avviene in un momento delicato della vita del Paese – commenta il segretario nazionale della Cisl Ignazio Ganga –, emerge ancora con più forza la necessità che la legge di Bilancio, che ha avviato il suo iter parlamentare, guardi anche ai territori. Si sta assistendo sempre più a una desertificazione e ad un impoverimento delle zone periferiche che non possiamo consentire. Ci saremmo aspettati un segnale maggiore per i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati, che contribuiscono in maniera fondamentale alle finanze dello Stato, basti pensare che da loro arriva il 90 per cento del gettito Irpef, anche per dar loro modo di esprimersi al meglio nel luogo dove scelgono di vivere. Ci saremmo aspettati una riduzione maggiore della pressione fiscale e una rivalutazione complessiva delle pensioni minime, cosa che invece non avviene. E’ necessario trovare anche risorse per i settori produttivi e per il sistema delle infrastrutture sociali: servono maggiori investimenti nella sanità, nel sociale, nella scuola e per le politiche socio assistenziali. Ribadiremo questo nell’audizione fissata per lunedì, così come chiediamo al ministro della Funzione pubblica di impegnarsi per il rinnovo del contratto pubblico. Lo faremo per i 4 milioni di italiani che rappresentiamo“.
Il tema del lavoro, nelle sue diverse sfaccettature, è stato trattato durante l’incontro: dalla necessità di dare nuovo impulso al settore manifatturiero, ormai praticamente inesistente, anche attraverso un sistema infrastrutturale adeguato, al sostegno al comparto agricolo, anch’esso in forte sofferenza e che necessita di interventi a supporto dell’innovazione e del potenziamento, fino alle politiche di sostegno del turismo che ha bisogno, per diventare una risorsa stabile del territorio, di un lavoro di coordinamento dove pubblico e privato facciano ognuno la propria parte.
“La Toscana, soprattutto grazie all’export e al turismo, ha retto meglio di altre regioni alla grande crisi – commenta Riccardo Cerza, segretario generale di Cisl Toscana –, ma è ancora una regione a due velocità: superare la spaccatura tra l’area centrale e quella costiera e meridionale è il grande obiettivo della prossima legislatura regionale. Per riuscirci il primo passo è quello delle infrastrutture: far partire i cantieri già finanziati in Toscana, a partire dalla Tirrenica, significa investire oltre 7 miliardi di euro e creare 100mila posti di lavoro; non farlo sarebbe davvero criminale“.
Si è parlato anche di rapporto con gli enti locali del territorio e di contrattazione: da tempo la Cisl denuncia ritardi e mancate convocazioni dei sindacati ai tavoli di confronto “… e questo non deve accadere – commenta Milani –, soprattutto perché si tratta di soggetti che erogano servizi che incidono sulla vita delle persone“.
Particolarmente sentito il tema dei servizi sociali e sanitari: la Cisl, infatti, si impegna a vigilare sul mantenimento di servizi e prestazioni “…fondamentali per i cittadini – sottolinea Milani – specie in un territorio, come la provincia di Grosseto, dove la metà della popolazione residente ha più di 50 anni e dove si assiste, negli ultimi mesi, all’impoverimento dell’offerta pubblica. Spesso la carenza di offerta dipende dalla condizione di precarietà del personale. Inoltre, non si sono ancora concretizzati una serie di impegni presi, penso alla costituzione delle Case della salute e al tema dei medici di medicina generale. Occorre, inoltre, riavviare la contrattazione con gli enti locali su temi come quello della tassazione locale, che incide pesantemente sulle tasche delle persone e ricontrattare il fondo per la non autosufficienza, che non serve solo agli anziani ma anche, purtroppo, a tante persone giovani”.