La Filcams Cgil di Grosseto, che rappresenta i lavoratori del commercio, si appella direttamente ai consiglieri comunali, richiamandoli al loro ruolo di rappresentanza degli interessi dell’intera comunità.
«Ai consiglieri comunali, che domani discuteranno della “variante Conad” – spiega la segreteria della Filcams Cgil –, chiediamo di fermarsi finché sono in tempo, e di rappresentare l’insieme degli interessi della comunità cittadina, non di una sola parte.
Per prendere decisioni che minacciano di avere un impatto pesante sulla rete di distribuzione commerciale esistente, bisogna avere consapevolezza di qual è la situazione reale. Dai dati dell’osservatorio nazionale sul commercio, infatti, già oggi nel settore alimentare a Grosseto abbiamo 340 mq di superfici per alimentari ogni 1.000 abitanti, a fronte della media nazionale di 228,3 mq/1000 abitanti, e di 195,8 mq/1000 a livello regionale. È chiaro pertanto che la realizzazione di una nuova struttura da 1.500 metri quadrati, avrà un impatto significativamente negativo sulla rete commerciale esistente. Sia quella di vicinato che è rimasto l’unico presidio di socialità in molte zone della città, sia quella della media distribuzione, che proprio nell’area di via Scansanese annovera diverse realtà commerciali. A pagarne le conseguenze saranno prima di tutto i lavoratori del commercio, che perderanno il posto e solo in parte potranno essere eventualmente riassorbiti nella nuova struttura.
Secondo recenti studi di settore sulle vendite 2018, peraltro, la grande distribuzione ha già oggi a Grosseto un peso preponderante con 200 milioni di fatturato. Con Conad leader nelle vendite per 61,3 milioni, seguita da Unicoop Tirreno con 47,9; Gruppo Auchan (Simply) con 25,7; Eurospin con 20,6; Lidl Italia con 13,2 e Gruppo Pam con 10,8 milioni. Un mercato chiaramente già saturo, che conosciamo bene, dato che come Filcams siamo impegnati a trovare soluzioni per il mantenimento dell’occupazione a seguito delle serie difficoltà che hanno i centri commerciali a reggersi in piedi. I due grandi, Maremà e Aurelia antica, e gli altri 6 medio piccoli esistenti in città, già da tempo sono in sofferenza e spesso registrano un elevato turn over delle attività e molti fondi sfitti. Creare nuove strutture, quindi, arrecherebbe un danno aggiuntivo a una rete commerciale già in affanno. Mentre sarebbe auspicabile favorire investimenti nelle strutture esistenti, per garantire sia servizi migliori sia una maggiore dignità a contesti edilizi in decadenza.
Infine – conclude il suo ragionamento la segreteria di Filcams –, c’è un problema serio di natura urbanistica e viaria. Realizzare un supermercato di fronte al cimitero di Sterperto è un non senso perché manderà in tilt la circolazione sulla via Scansanese, allungando enormemente i tempi di percorrenza da e per Istia, Casalecci, Marrucheti, Preselle, Montorgiali, Pancole, e Scansano; ma anche da e per Arcille e Baccinello. Già oggi un asse viario che va in crisi da maggio a settembre, e che evidentemente non potrà che subire un aggravio di traffico, anche in arrivo dall’uscita est della variante Aurelia, peggiorando così la qualità della vita a chi vive e lavora in quella porzione di città».