«Serve una politica europea per le Pmi, un approccio complessivo che tenda a valorizzare l’importanza delle imprese diffuse e dell’impatto delle nuove norme per tali imprese».
A dichiararlo è la Confesercenti, in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo.
Le richieste dell’associazione di categoria degli esercenti ai candidati vanno proprio in questo senso: «Le Pmi sono la spina dorsale dell’economia del lavoro in Europa, costituendo il 99,8% di tutte le imprese del vecchio continente, la cui grande maggioranza (93%) ha meno di dieci dipendenti. All’interno di questo universo, le imprese dei servizi, del commercio e del turismo in particolare, svolgono un ruolo fondamentale nel rispondere ai bisogni dei cittadini europei, nel fornire prodotti e servizi. Il turismo nella Unione Europea, con circa 1,8 milioni di imprese e 9,7 milioni di occupati (il 5,2 % circa della forza lavoro totale), genera direttamente oltre il 5 % del Pil dell’Unione Europea e, se viene considerato anche l’indotto, il 12% dell’occupazione».
Confesercenti ha stilato una serie di richieste ai futuri parlamentari europei, richieste riassumibili in dieci punti.
- Realizzare pienamente gli impegni assunti nello Small Business Act per garantire un’efficace ed integrata politica europea a favore delle Pmi che riguardi i diversi tipi di imprese.
- Predisporre regolamenti bancari che incentivino il prestito alle Mpmi e non creino barriere per strutture bancarie locali a vocazione territoriale e non commerciali e sostenere le forme alternative di finanziamento come le piattaforme di prestito e gli investimenti di massa.
- Direttiva servizi da ricontrattare nel rispetto delle peculiarità in materia di commercio e turismo caratterizzanti i singoli Paesi.
- Un Mercato unico dell’energia che lasci più spazio alla produzione decentrata di energia da parte delle Pmi in maniera da ridurre i prezzi dell’energia, combattere i cambiamenti climatici e ridurre la dipendenza energetica dell’Unione Europea.
- Prevedere, per competere alla pari sul mercato unico, l’adozione di regimi speciali Iva per le piccole imprese al fine di semplificare gli adempimenti in tale ambito.
- Agire, nel breve termine, in materia di economia digitale, mediante l’introduzione di un’imposta sui servizi digitali (la cosiddetta Digital Services Tax), così da consentire a tutti i soggetti, anche quelli di piccole e medie dimensioni, di sfruttare le opportunità offerte dal mercato digitale, in condizioni di equità ed equilibrio.
- Un’efficace lotta all’abusivismo, anche per le vendite in rete, accompagnata da una Web-Tax che garantisca parità concorrenziale, sono più che indispensabili.
- Sostenere il commercio sia all’interno di misure per la rigenerazione urbana, che per la formazione degli imprenditori, per renderli maggiormente in grado di affrontare le esigenze di innovazione.
- Introdurre misure e strumenti specifici a livello dell’Unione Europea per promuovere l’eco innovazione nelle Mpmi.
- Creare un quadro giuridico abilitante senza rigidità nell’organizzazione del lavoro che garantisca equità, trasparenza e parità di condizioni per tutte le imprese e che sia abbastanza flessibile, neutrale e a prova di futuro per i pionieri digitali.