L’avventura era partita ad aprile con la presentazione e l’avvio dell’attività, e neppure due mesi dopo Toscano Alta sartoria italiana celebra un’altra tappa: l’inizio della commercializzazione dei primi prodotti. Un traguardo celebrato nella sede di via Senegal 7 a Grosseto che ospita gli uffici, la produzione e lo showroom, alla presenza delle autorità e di tanti imprenditori locali, in attesa di inaugurare (a novembre) un altro grande spazio produttivo, che sarà poi quello definitivo, in via Genova.
Abiti fatti a mano di altissima qualità, tutti confezionati a Grosseto, grazie al know-how e a una parte delle maestranze che avevano lavorato nella gloriosa Mabro, storica azienda d’abbigliamento grossetana. E così la tradizione continua.
Una tradizione che sarebbe scomparsa senza l’iniziativa di Marco Berti, imprenditore grossetano già impegnato nell’edilizia e nel comparto turistico-ricettivo, che attraverso la società Vega controlla Toscano.
«La nostra – dice Marco Berti – è una grande sfida: non volevamo che la grande esperienza e la grande capacità delle maestranze ex Mabro andassero perdute, perché altrimenti sarebbero serviti decenni per ricostruirle. Ci siamo chiesti se a Grosseto ci fosse lo spazio per un prodotto sartoriale di alto livello, e ci siamo dati una risposta affermativa. Questa è una nuova produzione, con ancor più qualità e una maggiore attenzione ai particolari. Anche il nome è evocativo: richiama un prodotto di alta sartoria vocato all’estero ma con un chiaro riferimento alla provenienza geografica. Toscano è un progetto ambizioso e aperto: la produzione è e resterà a Grosseto, perché esternalizzare non avrebbe senso e perché vogliamo offrire posti di lavoro alla nostra città».
Attualmente l’organico di Toscano è formato da 12 dipendenti, 10 dei quali lavoravano in Mabro più due giovani, ma potrebbe presto crescere con il successo del marchio. In un mese di lavoro la produzione ha realizzato 170 capi, quantità che il management prevede di aumentare fino ad arrivare a 200-250 capi prodotti al mese tra giacche, pantaloni, gilet e abiti, anche su misura. Tutto handmade, rifinito a mano a Grosseto con tessuti Cerruti e Tallia di Delfino e in vendita anche nello showroom di via Senegal.
«Senza le grandi capacità professionali delle nostre dipendenti tutto questo non sarebbe stato possibile – dice Luciano Bianchi, amministratore delegato di Toscano – e siamo felici di essere riusciti a recuperare una tradizione importante per la nostra città e valori che rischiavano di finire perduti, oltre che ovviamente ad aver garantito nuovi posti di lavoro a Grosseto. Noi ci mettiamo la qualità, ma il futuro dipenderà come sempre dal mercato: l’orizzonte, oltre alla vendita diretta allo showroom, è l’estero. Inteso non come Europa, che possiamo ormai considerare un mercato domestico, ma Est: Cina, Usa». Da Mabro a Toscano: la tradizione maremmana dell’alta sartoria continua così.
«Questo è un progetto tutto grossetano che merita il maggior sostegno possibile – dice Giovanni Mascagni, responsabile della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud – perché è nato con lo spirito e con le intenzioni giuste: recuperare la tradizione e la qualità di un comparto che ormai parevano perse, creando nuovi posti di lavoro per maestranze con grande talento. E crediamo che abbia tutte le carte in regola per affermarsi e per durare nel tempo, rilanciando la nostra tradizione nel comparto tessile e esportando questi prodotti in tutto il mondo».