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Confesercenti boccia la variante: “Non c’è spazio per un altro centro commerciale”

di Redazione
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«Non c’è spazio in città per un altro insediamento commerciale di medie o grandi dimensioni».

È il commento della Confesercenti in seguito alle notizie trapelate sulla stampa in merito ad un nuovo insediamento urbanistico nell’area del Casalone.

«Apprendiamo dagli organi di informazione che il Comune sta lavorando ad una variante anticipatoria rispetto al Piano operativo – si legge in una nota dell’associazione di categoria -. Le chiusure delle attività commerciali di vicinato nella città di Grosseto e nel territorio provinciale, che paga le scelte compiute nel capoluogo e su cui, da anni, richiamiamo l’attenzione, non sono il risultato soltanto della crisi economica che da anni è presente nel Paese e del cambiamento delle abitudini dei consumatori rispetto al commercio elettronico, ma molto consegue dalle scelte che le amministrazioni locali hanno compiuto negli anni recenti».

«Quanto affermiamo è dimostrato dalle indagini economiche, a parer nostro autorevoli, che riferiscono lo squilibrio tra le varie forme di commercio in ragione delle dimensioni che le programmazioni urbanistiche hanno consentito – prosegue Confesercenti -. Inutile convocare il tavolo del centro storico della città, inutile il Pop Up, inutili le campagne di ascolto ed il lavoro che quotidianamente svolgiamo per sostenere i centri commerciali naturali se si gioca più partite su tavoli diversi».

«Serve una visione strategica di tutta la città, perché, se non c’è, si rischia di fare errori che saranno pagati proprio dagli esercenti e da un tessuto economico che garantisce lavoro, vivibilità dei luoghi in ragione dei servizi che offre, cura dei luoghi in cui le imprese operano – continua il comunicato -. Non si può pensare a nuovi insediamenti residenziali e commerciali: ci sono già due grandi centri della Gdo, la grande distribuzione, un eccesso di medie strutture a fronte di insediamenti commerciali esistenti che hanno visto, negli anni più recenti, in un contesto di difficoltà, investimenti di riqualificazione da parte di privati in assenza di quelli pubblici».

«La rete commerciale di questa città è sproporzionata non solo rispetto al numero dei residenti, ma persino guardando alle presenze turistiche. Non si possono aggiungere altri metri quadri. Se c’è un professionista incaricato di stilare il piano operativo non comprendiamo la necessità di questa variante anticipatoria che sicuramente non offre una visione d’insieme, che pensi al centro storico della città come al salotto buono, ma che guardi anche alle periferie su cui grandi urbanisti stanno richiamando la loro attenzione in un’ottica della qualità della vita. Apprendere dalla stampa che è prevista una media struttura di vendita, ma ben più importante l’area che complessivamente sarebbe ad essa necessaria guardando alle normative che regolano il settore, non può non portarci ad esprimere la nostra contrarietà» conclude Confesercenti.

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