“Troppo spesso le piccole e medie imprese del territorio non sono messe in condizione di partecipare alle gare indette dalle stazioni appaltanti. Questo succede in generale, ma in modo particolare con il Comune di Grosseto“.
A dichiararlo, in un comunicato, è Gianni Bracciali, segretario generale della Fillea Cgil di Grosseto.
“I lavoratori chiedono una tutela dei loro posti di lavoro, segnati oramai da anni di crisi del settore e messi ancora più a rischio da meccanismi perversi di scelta delle aziende a cui affidare i lavori – spiega Bracciali -. Ci riferiamo all’aspetto della eccessiva spinta su un sistema di selezione nella gare cosiddette ‘sotto soglia’, fino ad un milione di euro, che tramite l’estrazione a sorte dei partecipanti non garantisce le pari opportunità alle imprese ed ai lavoratori della nostra provincia“.
“Il meccanismo ha dei limiti, primo fra tutti è la parte iniziale, in cui nella manifestazione d’interesse le imprese possono chiedere di partecipare senza alcuna verifica della categoria necessaria per quello specifico lavoro. La piattaforma Start prevede il sorteggio, un vero e proprio affidamento alla ‘Dea bendata’, di un certo numero di imprese che possono poi partecipare alla gara, e poiché molte di quelle che partecipano non risultano a posteriori avere i requisiti necessari, il meccanismo impedisce a molte aziende maremmane di accedere attraverso il sorteggio – sottolinea Bracciali -. La Cgil chiede, da tempo, a tutte le stazioni appaltanti di istituire un albo fornitori, semplificando così l’accesso alle procedure negoziate di affidamento dei lavori fino ad un milione di euro e di mettere in pratica quanto previsto dell’art. 36 del Codice degli appalti in materia di rispetto di rotazione degli inviti“.
“Inoltre, chiediamo di introdurre nella piattaforma Start modalità per accertare l’effettiva volontà delle aziende di partecipare alle procedure per le quali esse manifestano interesse, con l’obbligo di sopralluogo e comunicazione preventiva dei requisiti – continua Bracciali -. Sul lato della buona occupazione, chiediamo che sia previsto nel capitolato, l’applicazione dei Ccnl firmati dalle associazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative che rispecchino i lavori realmente svolti. È successo di trovare applicati contratti che non rientrano nemmeno lontanamente nei lavori svolti“.
“Sul lato della regolarità contributiva, inoltre chiediamo che venga data anche in base anche alla congruità. Per la Fillea Cgil è fondamentale arrivare alla definizione del Durc per congruità, per garantire il rispetto, oltre che del contratto collettivo applicato, anche il rispetto dell’orario di lavoro contrattuale ed l’importo economico necessario per pagare la manodopera – termina Bracciali -. La Fillea Cgil si rende disponibile anche alla definizione di un eventuale protocollo con le stazioni appaltanti, così da permettere una sinergia di tutti per il rispetto delle normative di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro ed il rispetto del Ccnl”.