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Due Mari, Confindustria: “Completamento necessario per rilanciare l’economia”

di Redazione
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Oltre tremila persone si sono date oggi appuntamento a Torino nelle ex Officine Grandi Riparazioni per parlare al Paese del futuro delle infrastrutture italiane.

Rappresentanti di Confindustria, capitanati dal presidente Vincenzo Boccia, rappresentanti di Ance, Cna, Confartigianato, tutto il Paese a favore del fare si è ritrovato per sottolineare l’urgenza di un differente approccio sul tema infrastrutture, argomento cardine per il funzionamento di un paese.

Così il presidente Boccia ha definito questo incontro: ”Siamo 12 associazioni che rappresentano 3 milioni di imprese, oltre il 65% del Pil, un segnale importante che si vuole dare al governo del Paese. Si parte dalla Tav chiaramente, si pone la questione infrastrutture, in senso largo, grandi e piccole infrastrutture per il Paese, e si pone un auspicio, che è quello di un’attenzione alla crescita”.

A Torino presente anche Confindustria Toscana Sud, rappresentata dal presidente Paolo Campinoti, il quale ha accolto l’invito degli industriali italiani rilanciando la questione delle infrastrutture che investe la Toscana.

Già nell’assemblea generale di Confindustria Toscana Sud, infatti, Boccia e Campinoti avevano sottolineato l’urgenza di alcuni provvedimenti chiave su nodi centrali per lo sviluppo infrastrutturale nei territori toscani.

“Ha ragione il presidente Boccia – sottolinea Campinoti – nel difendere e raccontare la verità su come negare lo sviluppo delle infrastrutture, emblematico il caso della Tav, si traduca nel negare il futuro economico del Paese. Le infrastrutture sono la base necessaria per sostenere lo sviluppo economico del Paese e delle aziende che con grande coraggio e sacrificio continuano a rimanere in Italia. Senza infrastrutture siamo condannati a perdere come imprenditori e come Paese. In Toscana non arretreremo di un passo nel cercare di difendere la possibilità di rendere Firenze un aeroporto funzionante, vedere la conclusione della Due Mari, far ottenere a Siena una rete ferroviaria al passo con i tempi e non su binari ottocenteschi. Queste battaglie non sono e non devono essere qualificate a vantaggio degli imprenditori, ma vitali per tutta la nostra regione, per il suo futuro economico e per garantire servizi e sicurezza legati alla mobilità a tutti i cittadini”.

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