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Giovanni Fabbri una vita dietro al bancone: riconoscimento da Confcommercio allo storico alimentarista

di Redazione
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Grande festa, a Grosseto, per Giovanni Fabbri, noto alimentarista grossetano che, dopo 56 anni di “onorata carriera” dietro al bancone, ha cessato la sua attività, dopo aver ceduto il “mitico” negozio di via Tripoli 32 ad un altro imprenditore.

Accanto alla famiglia ed agli amici, c’era anche la Confcommercio di Grosseto, che ha voluto esprimere gratitudine al suo associato storico con la consegna di una targa riconoscimento per i tanti anni di “fedeltà associativa”.

“L’Alimentari da Giovanni, in via Tripoli, è più che una bottega – commentano Carla Palmieri e Gabriella Orlando, presidente e direttore Confcommercio –: è un punto di riferimento per l’intera cittadinanza. L’esempio di Fabbri, della sua dedizione, serietà, professionalità ed intelligenza, ci insegna che il commercio di vicinato è in grado di resistere, esistere, ed anche di affermarsi nonostante lo sviluppo della grande distribuzione e dell’on line. A Fabbri vanno i nostri più sentiti ringraziamenti“.

Come accennato, il negozio di via Tripoli rappresenta la storia del commercio del capoluogo maremmano. A spiegarlo, è lo stesso Fabbri, che racconta così la sua carriera lavorativa: “Quel piccolo negozio di via Tripoli è lo scenario di tutta la mia vita. Apparteneva ad Alfredo Dolci dagli anni ’40. Iniziai come garzone di bottega nel 1961, quando l’unico supermercato era l’Ente Comunale in Corso Carducci, e poi ne divenni il proprietario nel 1967. Entrai subito a far parte dell’allora Associazione Commercianti Grossetani, il primo nucleo di quella che sarà poi l’Ascom Confcommercio provinciale. Allora Grosseto era una piccola città, anche se in via di evidente sviluppo“.

Nelle parole di Fabbri, la soddisfazione di aver dimostrato alla cittadinanza l’attaccamento al suo lavoro, a quel negozio che “rimaneva aperto anche d’agosto“, quando i grossetani si trasferivano al mare.

Se potessi tornare indietro – continua Fabbri, con l’orgoglio negli occhi – rifarei la stessa scelta. In tutti questi anni ho lavorato con passione e dedizione per me e per la mia clientela“.

A chi gli chiede come ha fatto a resistere, con una semplice bottega, all’avvento dei supermercati, risponde: “Forse perché ho dato dei servizi in più, come la spesa a domicilio, o forse per la qualità dei prodotti, per la cordialità con i clienti e per l’esperienza, dalla quale non si può prescindere. Altrimenti, non credo che avrei retto all’impatto. Sono comunque convinto che il negozio di vicinato non scomparirà – conclude Fabbri, ma, anzi, rimarrà una necessità, per esempio per effettuare le piccole spese di tutti i giorni, e per garantire un servizio sempre più fondamentale alle persone anziane“.

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